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Silvio riparte da Forza Italia

Silvio Berlusconi

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Silvio Berlusconi potrebbe ripartire da Forza Italia. Cioè dallo spirito e dalle strategie del 1994. La tentazione di fare un «nuovo» partito è forte. Come quella di cambiare simbolo. Innanzitutto per segnare la distanza da Futuro e Libertà e da Gianfranco Fini. Il Cavaliere avrebbe commissionato un sondaggio per valutare le preferenze dei cittadini. Un punto di partenza per preparare un vero e proprio «piano d'attacco». Addirittura Gianfranco Miccichè, leader di Forza Sud e sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ha suggerito al premier di rispolverare semplicemente lo storico simbolo di Forza Italia. Per ora sono indiscrezioni ma l'idea che il premier potrebbe lanciare un «predellino bis» si fa strada. Del resto, in attesa della resa dei conti del 14 dicembre, la situazione è piuttosto complicata. Ieri alla Camera non sono mancate le fibrillazioni: la maggioranza è andata sotto due volte. Tanto che il ministro dell'Interno Maroni si è lasciato andare allo sconforto: «Non so neanche se arriveremo a fare il decreto di fine anno», quello sul federalismo. Con i finiani che continuano a dire che voteranno la sfiducia al governo e il Pdl in preda alle tensioni (ultima quella tra Cosentino, la Carfagna e la Mussolini), Berlusconi richiama tutti. «Il governo, incurante degli attacchi e delle polemiche, continua a lavorare con ottimi risultati sia in politica interna che in politica estera», scrive in una nota il premier. «Per quanto riguarda le questioni all'interno del Popolo della Libertà - aggiunge - conto di affrontarle quanto prima. Nel frattempo invito tutti al senso di responsabilità e alla sobrietà». Non sarà facile riportare l'ordine in un movimento sempre più frammentato. Anche per questo, con l'incognita del voto sempre in campo, Berlusconi ha pensato di ridare slancio al partito. I coordinatori regionali del Pdl sono stati incaricati di organizzare l'11 e il 12 dicembre iniziative sul territorio per sottolineare l'operato del governo. In ogni regione verranno allestiti dei gazebo per spiegare le riforme varate dall'esecutivo e i provvedimenti da qui alla fine della legislatura. In programma anche interventi di ministri e dei coordinatori nazionali del partito. Il presidente del Consiglio potrebbe intervenire a Milano o a Roma. Una grande mobilitazione nazionale, con tanto di raccolta di firme a sostegno dell'azione di governo e della prosecuzione dell'attività dell'esecutivo per non tradire il mandato degli elettori. Un modo, spiega un dirigente del Pdl, «per chiedere che il mandato degli italiani sia rispettato». Proprio per l'organizzazione di queste due giornate, i coordinatori nazionali del Pdl (Denis Verdini, Sandro Bondi e Ignazio La Russa) stanno coinvolgendo i coordinatori regionali e a quelli locali del partito per attivarli in vista dell'evento. Sono già pronti anche manifesti e volantini per l'occasione, che tuttavia devono ancora ricevere il via libera del Cavaliere. Per il resto si attende la fiducia. Per farcela il governo dovrebbe ottenere alla Camera 316 voti. Secondo le previsioni di Fli e Udc Silvio Berlusconi potrebbe raggiungere quota 317, grazie al voto di alcuni «nuovi» deputati. Ma starebbero per passare dalla parte del premier altri quattro esponenti dell'opposizione che, dunque, porterebbero la maggioranza a 321.

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