Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Meloni: tasse al 10% per i giovani imprenditori

default_image

  • a
  • a
  • a

.Un progetto presentato ieri a Palazzo Chigi dal ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, e dal presidente del Consiglio che si articola in cinque misure che, come ha spiegato il ministro Meloni, «non sono generiche dichiarazioni di intenti» dato che il fondo di 300 milioni è «qualcosa di reale, già stanziato e che sarà operativo da gennaio». In altre parole, il governo, nonostante le difficoltà economiche e politiche che si trova ad affrontare, è riuscito a lanciare un messaggio chiaro ai giovani: «La politica non li considera dei bamboccioni» tanto che, «con questo pacchetto vogliamo dire alle attività produttive del Paese di investire in questa generazione». Parlando poi nello specifico delle iniziative è proprio la Meloni a spiegare che «216 milioni di euro sono messi a disposizione direttamente dal ministero della Gioventù mentre il resto dal cofinanziamento pubblico e privato». E aggiunge, elencando i cinque punti del documento intitolato Diamogli Futuro - Bamboccioni a chi?: «La prima iniziativa riguarda il lavoro stabile per i giovani disoccupati o precari con meno di 35 anni e con figli, e porta in dote un bonus di 5mila euro alle aziende che assumono a tempo indeterminato. Abbiamo messo a disposizione uno stanziamento complessivo di 51 milioni di euro». Il secondo provvedimento riguarda la casa. «Un fondo di garanzia di 50 milioni di euro - continua il ministro - per nuclei familiari che non posseggono altre case, il cui reddito complessivo non superi i 35mila euro, finalizzato ad offrire garanzie bancarie e permettere l'acquisto della prima casa alle coppie sotto i 35 anni. Il terzo provvedimento abbraccia talento e impresa e prevede la mobilitazione di 100 milioni di euro per coloro che decidono di rischiare e investire in proprio sulle capacità e il talento dei giovani under 35. La quarta si riferisce alla formazione: un prestito garantito per gli studenti meritevoli, attraverso un fondo di garanzia di 19 milioni di euro. Le erogazioni, a cadenza annuale, potranno variare tra i 3mila e i 5mila euro, per un massimo di 25mila euro complessivi. La restituzione del finanziamento inizia 30 mesi dopo l'erogazione dell'ultima rata». E conclude: «Il quinto e ultimo provvedimento mira a far incontrare domanda e offerte di lavoro con 20 campus per il job placement dei migliori laureati». Un piano che fa incassare alla Meloni non solo l'apprezzamento di molti colleghi della maggioranza ma anche le parole di stima del Cavaliere: «Giorgia è un ministro bravissimo, una fucina di idee, è un piacere averla nel governo, fa sempre osservazioni intelligenti, sono molto lieto di averla con noi». Critiche arrivano, invece, dalla Cgil che definisce il provvedimento «uno spot di fine corsa utile forse per un'eventuale campagna elettorale e che non è in grado di aggredire i problemi di fondo» sottolineando come unica cosa positiva «il fatto che il governo scopre l'esistenza dei giovani e della precarietà». Stesso tono usato da Carlo Trappolino, deputato del Pd, che rievoca i tempi bui della rivoluzione francese: «Il provvedimento del ministro Meloni ha la stessa consistenza delle brioches di Maria Antonietta. Ora escono fuori i soldi per finanziare una sorta di colorata fine corsa di un governo allo sbando».

Dai blog