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Pure Travaglio deluso "Roberto? scontato"

Marco Travaglio

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«I monologhi di Saviano sono bellissimi. Ma qualunque giornalista si sia occupato negli ultimi anni di rifiuti avrebbe potuto ripetere le cose che ha detto ieri a Vieni via con me. Da uno come lui continuo ad aspettarmi qualcosa di più». Anche Marco Travaglio entra a far parte del club dei "delusi" da Saviano. Certo, la sua adesione non è dirompente come quella di Beppe Grillo che nei giorni scorsi aveva duramente criticato l'autore di Gomorra («Signori! Italiani! Aprite gli occhi: Vieni via con me lo produce Endemol, e chi è Endemol? È Berlusconi. Il programma fa ascolti altissimi: quindi Berlusconi guadagna un sacco di soldi. Se aggiungiamo che Saviano non fa i nomi dei politici collusi, né in Lombardia né in Parlamento, è chiaro che poi il nano gode come un riccio»), ma anche il vicedirettore del Fatto quotidiano non è entusiasta. Ed è indubbio che le sue parole scateneranno il dibattito tra coloro che considerano lo scrittore come una sorta di "reliquia" intoccabile. Un popolo che, a giudicare dai dati degli ascolti, cresce con il passare delle settimane. Lunedì sera, infatti, Vieni via con me ha fatto registrare una media di 9 milioni e 671mila spettatori (31.6% di share) con una crescita di 2 milioni rispetto alla prima puntata. Un vero e proprio "evento" che, tra i programmi più visti dell'anno, è secondo solo al festival di Sanremo. Il monologo di Saviano parte con 9 milioni e 500mila spettatori e arriva fino a 11 milioni e 393 mila. E anche il ministro dell'Interno Roberto Maroni può celebrare il suo piccolo "record": parla davanti ad una platea di circa 10 milioni e 500mila e supera sia Gianfranco Fini (10 milioni 238mila) che Pier Luigi Bersani (10 milioni 175mila) ospiti una settimana fa dello stesso programma. E se Travaglio accusa l'esponente leghista di aver fatto «un comizio», il vicedirettore generale della Rai Antonio Marano non ha dubbi: «È stato perfetto. L'intervento del ministro ha ricevuto all'interno del programma quel giusto equilibrio». Il diretto interessato, da Milano, si limita a sottolineare: «In questi giorni ci sono state polemiche mediatico-televisive ma noi conosciamo bene la situazione abbiamo messo in atto iniziative per impedire le infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici». Poi, nel pomeriggio, ospite di Bruno Vespa per presentare il suo ultimo libro, torna a parlare direttamente dell'autore di Gomorra: «Sui rifiuti alcuni dati citati da Saviano sono incontestabili ma generalizzare che dalla Lombardia vadano a Napoli e in Campania... In Lombardia abbiamo l'autosufficienza Provincia per Provincia». Maroni ricorda «di essersela presa molto con Saviano» nella puntata di lunedì 15 novembre, «ma non perché io neghi che la mafia e la 'ndrangheta esistano al Nord, ma perché non è vero che al Nord la Lega faccia affari con la 'ndrangheta. È vero il contrario: negli ultimi tre anni sono stati arrestati sindaci di altri partiti». E se la polemica leghista sembra ormai definitivamente chiusa, resta aperto il fronte "bioetico". Il riferimento è sempre alla puntata di Vieni via con me del 15 novembre quando, tra gli altri, si trattò anche il tema dell'eutanasia. Stamattina l'Udc ha organizzato un sit-in a Viale Mazzini per chiedere che si conceda spazio, all'interno della trasmissione, «alle ragioni di coloro che si battono per il diritto alla vita dei malati e dei disabili gravissimi». Contemporaneamente il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella ha inviato a Fabio Fazio e Saviano una copia del documento del ministero sugli Stati Vegetativi e una copia del libro Bianco «scritto in prima persona dalle associazioni dei familiari di questi disabili gravi». «Cari Fazio e Saviano - è l'invito - leggete questi documenti». In attesa di sapere se lo faranno Fazio annuncia che lunedì, ultima puntata della trasmissione, Vieni via con me andrà in onda fino a mezzanotte. Nel frattempo incassa i complimenti di Endemol Italia evidentemente soddisfatta per quello che definisce «un programma innovativo e di successo». Chissà cosa ne pensa Grillo.

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