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Il ritorno dei seminatori d'odio L'obiettivo è sempre il Caimano

Luigi De Magistris dell'Idv

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È ripartita la caccia al "Caimano". O forse non si è mai fermata. Certo è che, negli ultimi giorni, l'antiberlusconismo è tornato a farsi sentire con i toni violenti del passato. E non sono pochi quelli che sognano una replica della stagione di Tangentopoli con il Cavaliere, novello Bettino Craxi, sommerso da una pioggia di monetine. Ma c'è anche chi pensa più in grande scomodando addirittura bombe e proiettili. È il caso dell'europarlamentare Idv Luigi De Magistris che ieri, intervistato da Klaus Davi, ha descritto uno scenario apocalittico: «Non escludo una stagione di bombe e proiettili. Una stagione pilotata da poteri occulti che mirano a riposizionarsi con la caduta di Berlusconi». Difficile capire se la «bomba» dell'ex pm sia legata al momento di difficoltà in cui è incappato. Nel suo partito, infatti, non hanno gradito né la decisione di non autosospendersi dopo essere stato rinviato a giudizio, né quella di avvalersi dell'immunità parlamentare a seguito di una querela presentata da Clemente Mastella. Fatto sta che le sue parole sono benzina sul fuoco delle polemiche. Anche perché De Magistris invita a «non sottovalutare il golpismo eversivo che Berlusconi sta portando avanti da diverso tempo: il massacro della Costituzione, l'erosione progressiva dell'impianto costituzionale, la verticalizzazione del potere, la distruzione di ciò che è pubblico sotto i colpi di una privatizzazione generalizzata. In questa fase Berlusconi diventa molto pericoloso. Non escludo che una deriva stragista possa culminare con atti di violenza». «Fino ad ora - prosegue - la strategia della tensione è stata portata avanti con la carta da bollo, con la violenza verbale e con strumenti apparentemente legali. Le vittime sono state i magistrati scomodi, i giornalisti scomodi, i politici scomodi. Se dovesse avanzare un'alternativa democratica al regime, che è comunque alla fine, non mi sentirei affatto di escludere che pezzi deviati delle istituzioni possano ipotizzare derive altre, ispirate presumibilmente dai potere occulti che stanno già pensando a come riposizionarsi». Immediata la reazione della maggioranza. «Mentre nani politici come De Magistris denigrano Berlusconi con menzogne - attacca il presidente dei senatori Pdl Maurizio Gasparri -, Medvedev in occasione del vertice Nato a Lisbona ha ringraziato pubblicamente Berlusconi per il suo ruolo decisivo nel definitivo superamento della guerra fredda. C'è chi vive nel livore e chi si occupa della storia. Lisbona docet». Sulla stessa lunghezza d'onda il suo omologo alla Camera Fabrizio Cicchitto: «De Magistris o è un irresponsabile o è a conoscenza di cose gravissime che deve denunciare alle autorità preposte». E il portavoce del Pdl Daniele Capezzone rincara la dose: «Leggo allibito le dichiarazioni irresponsabili e pericolose di De Magistris, che parla di "bombe, proiettili, deriva stragista". È avvilente che la politica italiana sia arrivata a questo livello di provocazione, e soprattutto di semina di odio e di divisione». L'impressione, però, è che le dichiarazioni di De Magistris siano solo la punta dell'iceberg. A ringalluzzire gli anti-Silvio sono soprattutto le motivazioni della sentenza con cui la Corte d'Apello di Palermo ha condannato Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa. Una sentenza che Marco Travaglio, evidentemente deluso, definisce «discutibile» e «minimalista». Ma che serve comunque da spunto per lanciare fango sul premier. «Berlusconi scese a patti con la mafia» (Antonio Di Pietro). «Sapere che il Berlusconi imprenditore per molti anni ha invece ceduto e cercato mediazioni con la Mafia non lo rende un esempio da seguire» (Fabio Granata). La musica è ripartita.  

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