I finiani litigano anche per le stanze

  Oddio, mi si è ristretta la sede. I finiani adesso devono abituarsi a stare tutti un po' più gomito a gomito. Finiti i tempi delle auto blu, delle decine di segretarie, degli uffici con tripla anticamera, delle toilette con doccia riservata, bisogna arrangiarsi. Abbandonato il governo, inizia la "dura" vita del quasi peone. E ogni spazio diventa vitale. Non solo spazio politico. Anche spazio fisico, nel vero senso della parola. Ogni centimetro è fondamentale. I quattro esponenti che erano al governo hanno di fatto abbandonato le loro ormai ex sedi. Il più veloce di tutti a fare gli scatoloni è stato Adolfo Urso, poi Roberto Menia. L'ultimo sarà Andrea Ronchi, che probabilmente oggi tornerà per l'ultima volta nei locali di piazza Nicosia, dove ha sede il dipartimento per le Politiche europee. Il trasloco alla Camera è già pronto. L'accampamento base è diventato in via del Seminario 113, dove c'è la fondazione finiana Farefuturo ormai trasformata in sede di Futuro e Libertà. Il che già sta creando più di un problema soprattutto per i fundraiser: molte imprese private infatti avevano staccato assegni pensando di finanziare l'istituto autonomo del presidente della Camera e si ritrovano ad aver foraggiato un nascituro partito. Nell'appartamento di palazzo Serlupi Crescenzi non c'è nemmeno una stanza assegnata a Fini, che dovrà cavarsela con un'ala di palazzo Montecitorio. L'unico locale rimasto indenne dall'assalto di coloro che erano in cerca di una scrivania dopo aver mollato quelle ministeriali è la reception. Nel vano ad angolo dietro la sala conferenze, era prima un'anticamera alle volte utilizzata per le riunioni, sono state attrezzate due postazioni computer e ci sono due segretarie che si occupano di Fli. Nel salone centrale si sono dovute raggruppare tutte le attività della fondazione, che per il momento sono principalmente virtuali. Farefuturo aveva infatti annunciato una serie di studi e ricerche sulla politica estera ma è stato pubblicato un solo volume, probabilmente il testo più importante e corposo varato dall'ente di ricerca finiano. Così, senza studi, ci si concentra sulle attività internet. Largo agli articoli, alle riflessioni e alle provocazioni di Ffwebmagazine, che è diretta da Filippo Rossi, il quale tuttavia non si vede molto spesso. Devono poi dividersi una stanza Mario Ciampi e Alessandro Campi, rispettivamente direttore e direttore scientifico della fondazione che non sono divisi solo da una vocale nel cognome. Nelle stesse quattro mura viene anche preparata la rassegna stampa, uno dei pallini di Urso. Il quale si è riappropiato della sua camera, in fondo al corridoio. Si tratta di un ambiente tanto piccolo che era stato sistemato un grande specchio per dare l'illusione ottica della spaziosità. Specchio che venne posizionato tanto bene al punto che una mattina, all'alba, un operaio vide il suo riflesso nel vetro, lo scambiò per un ladro e scappò via. Il piccolo episodio per anni ha alimentato leggende sulle strane presenze: a destra, si sa, spesso vedono fantasmi ovunque. S'è presentato invece in carne e ossa Roberto Menia, anche lui rimasto a spasso dopo aver lasciato il dicastero dell'Ambiente. È stato sistemato come dirimpettaio di Urso sebbene tra i due non corra buon sangue. In compenso hanno il vantaggio di non dover fare molta strada per andare al bagno. Infine resiste un unico locale che non è stato ancora assegnato: troppi pretendenti. Sicuramente non Italo Bocchino, non ne ha bisogno perché ha a disposizione gli uffici del gruppo alla Camera. Di nuove sedi non se ne parla, troppo costose e le casse languono. Per il resto nulla è stato toccato. C'è ancora la vecchia libreria, testimone di come a destra spesso si sono realizzate cose senza soldi. Visto che quella era la sede dell'Osservatorio Parlamentare, la prima fondazione vicina ad An, e considerato che allora come oggi non si disponeva di molti contributi, ci fu chi ebbe un'idea geniale: vennero invitati tutti i parlamentari di An, Forza Italia e allora Ccd a intervenire all'inaugurazione della "biblioteca della libertà" portando un libro. Ma visto che dopo la prima cerimonia siccome gli scaffali erano ancora piuttosto nudi e spogli, la libreria venne inaugurata altre due volte, l'ultima dieci anni fa. Sembra ieri.