Udc disposta a tutto
C'è una cosa chiara nell'imprevedibile caos della vita politica di questi giorni: l'Udc non vuole andare al voto. Le spiegazioni di Pier Ferdinando Casini e compagni sono varie e diversificate, ma il messaggio è chiaro: va bene tutto tranne le elezioni. In primis la motivazione economica: «Il paese ha problemi seri, ci rendiamo conto che dopo l'Irlanda e il Portogallo siamo il paese più a rischio?», spiega il leader dei centristi. Poi quella post-ideologica: «Se Pd e Pdl trovassero un'intesa per il bene del Paese, come è successo in Germania con la "Grosse koalition", io sarei contento», afferma senza scomporsi più di tanto. «Finché - aggiunge - ci dividiamo tra guelfi e ghibellini non si riusciranno a fare scelte impegnative per paura che poi il voto penalizzi». Infine la spiegazione, per così dire, meteorologica: «Nessuno può dire "dopo di me il diluvio, muoia Sansone con tutti i filistei"», spiega. Il riferimento è evidentemente alle parole del premier, che ieri ha sbarrato la strada all'ipotesi di un nuovo esecutivo non deciso dagli elettori. Casini crede di aver capito dove il Cav vuole andare a parare: «Berlusconi dice: o fiducia o voto, in realtà dice "o voto o voto". Ma di fronte a questo gioco ormai scoperto, gli altri non possono fare i soprammobili...» e ancora «Pone una finta alternativa agli italiani: se gli danno la fiducia chiede il voto, ma se non gliela danno chiede lo stesso di andare alle urne», spiega. Per lui «sarebbe altamente consigliabile non concedere la fiducia al governo». Il motivo è sempre lo stesso: «Perché solo così facendo ci sarebbero più possibilità di non andare al voto». Il leader Udc, insomma, ce la mette tutta. Ma forse il premio per la trovata geniale per evitare le urne spetta a Rocco Buttiglione. «Abbiamo bisogno di un governo di responsabilità nazionale e non di un governo di vendetta e neanche del permanere di Berlusconi ad ogni costo al governo. Questo Paese - spiega l'esponente dell'Udc - è afflitto da due piaghe: dei politici convinti di poter piegare la legge a proprio vantaggio e dei magistrati i quali vogliono usare le sentenze per favorire la loro parte politica o fare carriera. Un governo di responsabilità nazionale dovrebbe affrontare equilibratamente anche questi due problemi, i magistrati devono poter indagare sui politici, ma non deve essere possibile strumentalizzare l'azione giudiziaria, e solo un governo di responsabilità nazionale può trovare una soluzione». Anche una soluzione per i problemi giudiziari di Berlusconi qualora non fosse più presidente del Consiglio? «In America esiste l'istituto del perdono presidenziale il presidente nuovo in genere se ce n'è bisogno perdona ed esenta da azioni giudiziarie il presidente vecchio per garantire la pace politica e sociale, per evitare conflitti dannosi e per evitare che ci siano azioni giudiziarie che interferiscano indebitamente con la vita politica. In Italia questo istituto non c'è, però potremmo inventarci qualcosa di simile». Applausi. Altro che soprammobili. Na. Pie.