Dublino prepara la stangata Oggi il governo decide i tagli
Unpiano quadriennale antideficit, che potrebbe vedere la luce martedì, secondo l'Irish Times. Mentre a Dublino sono in corso le trattativa tra la missione Ue-Fmi e il governo irlandese, i paesi dell'Eurozona si preparerebbero a sborsare oltre 100 miliardi, secondo il settimanale tedesco Der Spiegel, per il salvataggio dell'Irlanda. La nuova liquidità verrebbe attinta dal Fondo europeo ma anche la Gran Bretagna, secondo il settimanale, parteciperebbe all'operazione; la trattativa con Londra si aggira su una quota di 20 miliardi di euro. Ad apprezzare «gli sforzi senza precedenti» dell'Irlanda per salvare le sue banche sommerse dai debiti, è il presidente francese Nicolas Sarkozy il quale non riesce ad «immaginare», dice, come Dublino possa riuscire nei suoi obiettivi senza ricorrere alla leva fiscale. Non vi sono richieste fiscali tra le condizioni di attivazione degli aiuti da parte della Ue, tuttavia, rispetto a «una situazione simile - ha detto Sarkozy nel corso di una conferenza stampa a margine del summit Nato a Lisbona - ci sono due leve da utilizzare, quella delle spese e quella delle entrate. Non riesco a immaginare come i nostri amici irlandesi, nella loro sovranità nazionale, non decidano di utilizzare quest'ultima (le entrate) perché essi hanno più margini di manovra degli altri Paesi in quanto le loro tasse sono più basse». Parola rassicuranti circa il rischio di contagio sono giunte dal ministro dell'Economia tedesco Rainer Bruederle, secondo il quale la crisi irlandese non rappresenta un pericolo per l'euro. Concorde l'ex presidente della Commissione europea Romano Prodi che non vede pericoli di contagio ma, aggiunge, «occorre agire presto perché non si accendano speculazioni o attacchi insensati». Più pessimista Lorenzo Bini Smaghi, componente del comitato esecutivo della Bce, secondo il quale il rischio contagio è in agguato e serve una revisione del bilancio irlandese: solo allora si saprà se il Paese, che deve riportare il proprio deficit pubblico crollato al 32% del Pil entro i margini del 3%, «potrà riacquistare la fiducia dei mercati finanziari». Il fattore tempo è determinante, ha aggiunto il banchiere centrale: «se i mercati vedono che l'Europa ha difficoltà a risolvere un problema, potrebbero scegliere da soli la prossima vittima».