Casini: "Governo di armistizio" Nuovo scontro Carfagna-Mussolini
"Se vogliono cambiare ci siederemo al tavolo, ma ci aspettiamo i fatti". Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, torna sulle prospettive di un'entrata del suo partito nel governo. Nel suo intervento all'assemblea nazionale dell'Udc, ha riferito che "gran parte del mondo industriale e cattolico" chiede un'entrata del suo partito nell'esecutivo Berlusconi. "Non possiamo sederci sulla riva del fiume aspettando che passi il cadavere", ha premesso. Ma - ha subito aggiunto - "possiamo aiutare gli altri solo se le cose cambieranno davvero". In primo luogo, ha chiarito, "non ci piace l'egemonia della Lega" e poi "non ci fidiamo di Berlusconi". Casini auspica la nascita di "un governo di armistizio, di responsabilità e di solidarietà nazionale". "Per tre o quattro anni bisognerebbe non parlare di chi vince le elezioni, ma governare facendo anche scelte impopolari", ha detto. IL CASO CARFAGNA - Per Pierfedinando Casini, le annunciate dimissioni di Mara Carfagna rappresentano un "problema preoccupante", su cui "bisognerebbe riflettere". Il titolare delle Pari opportunità, ha spiegato il leader dell'Udc, arrivando all'assemblea nazionale del partito a Milano, è stata "tutto sommato un buon ministro". Secondo Casini, Carfagna "ha caratterizzato questa stagione berlusconiana e il fatto che dica o faccia dire che il partito è ridotto a comitato d'affari e che in Campania non c'è agibilità politica è una cosa di grandissima rilevanza su cui bisognerebbe riflettere, perchè non è un problema della Carfagna, è un problema un po' più ampio e preoccupante". Riguardo ai sondaggi citati ieri dal presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, su una sua popolarità al 56%, Casini ha commentato: "I suoi sondaggi li ha sempre descritti così per cui non vedo novità". VENDOLA: GUERRA TRA BANDE - "Nel centrodestra la guerra per bande va avanti da lungo tempo e la Carfagna si è ribellata - afferma il leader di Sel, Nichi Vendola, commentando la decisione del ministro delle pari opportunità di dimettersi dalla carica dopo il voto di fiducia e anche di lasciare il suo seggio parlamentare - la guerra per bande è la cifra dell'attuale situazione nel centrodestra e Berlusconi non può e non sa emanciparsi dalle relazioni con il mondo dell'ex segretario Cosentino". Vendola ritiene che l'attuale coordinatore del Pdl sia la causa delle dimissioni di Carfagna e ricorda come l'ex sottosegretario indagato per rapporti con la camorra, costruì un "dossier su Caldoro senza che ci sia stata una presa di distanza di Berlusconi". "Fu - ricorda il leader di Sel - un attacco di killeraggio, un gossip di fango su Caldoro e il fatto che Cosentino non sia stato bandito la dice lunga sul livello di compromissione del Pdl nella palude campana". Tutto, secondo Vendola, gira intorno "all'affare gigantesco della realizzazione dei termovalorizzatori". SCAMBIO DI OSTILITÀ - Anticipata ieri alle agenzie di stampa per la parte che riguarda la conferma delle dimissioni da ministro, parlamentare e membro del Pdl, l'intervista di Mara Carfagna al Mattino di Napoli contiene un'altra velenosa coda polemica, che riaccende lo scontro fra il ministro e la deputata Pdl Alessandra Mussolini. Mussolini si era scontrata in aula a Montecitorio con Carfagna, l'aveva fotografata mentre parlava con il capogruppo di Futuro e Libertà Italo Bocchino. Il commento del ministro: "Quello è stato un atto di cattivissimo gusto che non merita commenti ma che si addice alla persona che l'ha commesso. A Napoli le chiamano le vajasse... La Mussolini è colei che in campagna elettorale disegnava le corna sui miei manifesti, che ha portato i cannoli alla conferenza stampa con Alfano. In un partito serio una 'signora' del genere sarebbe stata messa a tacere, invece mai nessuno ha avuto il coraggio di bloccarla". Furibonda la replica della deputata: "E' gravissimo - dice - che il ministro Carfagna rivolga a mezzo stampa gratuiti e volgari insulti ad una donna parlamentare. Per questo inqualificabile comportamento, in palese contrasto con le finalità che il Ministero delle Pari Opportunità persegue, dovrebbe immediatamente rassegnare le dimissioni. Le sue parole e il suo agire sono la conferma che non è in grado di ricoprire una così alta carica governativa". "Chiederò al presidente della Camera Gianfranco Fini - dice ancora Mussolini - di adottare ogni iniziativa a tutela della onorabilità e della dignità dei deputati che Lui rappresenta. Inoltre, dato che la Carfagna è membro dell'ufficio di presidenza del Pdl, rappresenterò ai vertici del partito la necessità di valutare ai sensi dello statuto le parole ingiuriose rivolte dal ministro contro la classe dirigente della Campania"."La Carfagna sappia, infine, che alla prima occasione di incontro - conclude la nota di Alessandra Mussolini - sarà mia cura replicare ai suoi insulti, guardandola dritta in quei suoi occhioni, che dopo le mie parole, ne sono certa, risulteranno ancora più sbarrati".