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Strage della Loggia, nessun colpevole

La strage di piazza della Loggia

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Le lacrime dei parenti delle vittime. La disperazione di una città che, dopo 36 anni, non conosce i responsabili di quella strage in piazza della Loggia. I giudici della Corte d'Assise di Brescia hanno assolto tutti e cinque imputati al termine del processo per la strage del 28 maggio 1974 che provocò otto morti e oltre 100 feriti. L'assoluzione si basa sull'articolo 530 comma 2, assimilabile alla vecchia insufficienza di prove. Revocata la misura cautelare nei confronti dell'ex ordinovista Delfo Zorzi che vive in Giappone. La Procura di Brescia, dopo l'inchiesta cominciata nel '93 e un dibattimento durato circa due anni, aveva chiesto l'ergastolo per gli ex ordinovisti veneti Delfo Zorzi e Carlo Maria Maggi, per il collaboratore dei servizi segreti Maurizio Tramonte e per il generale dei carabinieri Francesco Delfino. Per l'ex segretario dell'Msi Pino Rauti era stata chiesta l'assoluzione. I giudici, dopo una camera di consiglio durata esattamente una settimana, hanno assolto tutti gli imputati e disposto il non luogo a procedere per Maurizio Tramonte, per intervenuta prescrizione in relazione al reato di calunnia. Amareggiato il sindaco della «Leonessa d'Italia». «Dopo 36 anni la città aveva due esigenze, quelle della verità e della giustizia. Ma giustizia non si è fatta, questa strage resta impunita, e quel che rimane è una sensazione di impotenza», ha commentato Adriano Paroli (Pdl), in tribunale alla lettura della sentenza. «Quel che pesa ancor di più è che non si è accertata la verità. È comunque emerso con chiarezza che siamo stati in presenza di un depistaggio e di occultamento di prove». Dunque, a distanza di 36 anni ancora nessun colpevole per la strage: tutti i processi condotti in questi anni non hanno, infatti, portato ad alcuna condanna definitiva. Un'altra strage così rimane impunita alimentando i sospetti e le ombre su quegli anni, quando le Brigate rosse erano ancora «sedicenti», le stragi per antonomasia «fasciste» e i servizi segreti «deviati». La strage di Piazza della Loggia avvenne il 28 maggio 1974 quando una bomba nascosta in un cestino dei rifiuti fu fatta esplodere a distanza. L'ordigno deflagrò mentre in piazza era in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista indetta dai sindacati e dal Comitato antifascista. L'attentato fu rivendicato da Ordine Nero, masuccessivamente intervennero una serie di depistaggi. Negli anni si sono susseguite diverse istruttorie: la prima ha portato a processo diversi esponenti della destra bresciana che sono stati condannati nel 1979. La sentenza però è stata annullata in secondo grado nel 1982. Tutti gli imputati sono stati assolti in modo definitivo nel 1985. Anche una seconda istruttoria che vedeva coinvolto anche Mario Tuti e il suo «Fronte rivoluzionato armato» si è conclusa con un'assoluzione per insufficienza di prove. Nel 1993, i magistrati di Brescia che non hanno mai smesso di indagare, hanno avviato una nuova istruttoria. Questa volta a sostenere le indagini le dichiarazioni di un collaboratore dei servizi segreti, Maurizio Tramonte e di Carlo Digilio. Quest'ultimo fece i nomi dei neofascisti che sarebbero stati coinvolti nella strage, nel frattempo però è deceduto. Al processo, cominciato due anni fa e durato 166 udienze, erano imputati Carlo Maria Maggi, capo di Ordine Nuovo nel Triveneto, Delfo Zorzi nel frattempo trasferitosi in Giappone dove ha preso la cittadinanza e il diritto a non essere estradato, lo stesso Tramonte e il generale Delfino accusato di depistaggio. Inevitabile l'amarezza dei parenti delle vittime: «L'unica cosa alla quale penso in questo momento sono quegli otto morti», il commento di Manlio Milani, presidente dell'Associazione familiari delle vittime della strage di piazza della Loggia. dall'altra parte, la soddisfazione degli imputati. Il difensore di Zorzi si aspettava una sentenza di assoluzione del suo assistito di fronte «a prove carenti». Delfo Zorzi che ha preso il nome giapponese di Hagen Roi in assonanza col tedesco Haken-kreuz (pronuncia aken-cròiz): croce uncinata, svastica, esce così di scena. «Sto passando un bellissimo momento. Spero sia la fine di tutto. Ero assolutamente innocente per Piazza Fontana, ero assolutamente innocente per Brescia - ha detto Carlo Maria Maggi, il "medico dei poveri veneziano" - ma sono quasi 30 anni che sono perseguitato. Spero davvero che adesso sia tutto finito». Così, un'altra strage resta impunita e la «selva oscura» di quegli anni si infittisce con la morte dei protagonisti e l'oblio dei sopravvissuti.

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