Nomine, dieci poltrone da giocare
Circa un mese di tempo per rafforzare il partito e fare campagna acquisti tra centristi e finiani la cui fede antiberlusconiana comincia a vacillare. Berlusconi sa che questa volta il tempo gioca a suo favore e che il paletto messo dal presidente Napolitano (la fiducia si vota il 14 dicembre) gli consente di avere un vantaggio in più su quanti vorrebbero dargli una spallata. Ma il premier ha dalla sua anche un «tesoretto» che rappresenta forse l'arma più efficace per spaccare il fronte degli avversari e realizzare nuove alleanze. Il tesoretto è costituito da quel pacchetto di poltrone di governo che si sono liberate con l'uscita dei finiani. A queste si aggiungono altre postazioni vacanti dopo le ultime nomine e gli spostamenti. Non solo. Il prossimo anno scadono i vertici delle aziende pubbliche e si aprono altri scenari interessanti. Ma andiamo con ordine. Futuro e Libertà dopo lo strappo ha lasciato libere le poltrone di Andrea Ronchi (ministro delle Politiche comunitarie), di Adolfo Urso (vice ministro per il Commercio con l'Estero), di Roberto Menia (sottosegretario all'Ambiente) e di Antonio Buonfiglio (Politiche agricole). L'Mpa di Lombardo ha liberato la postazione di sottosegretario alle Infrastrutture, dopo l'uscita di Giuseppe Reina. A queste cinque poltrone si aggiunge quella resa vacante ieri dalla nomina di Giuseppe Vegas al vertice della Consob da viceministro del ministero dell'Economia. Questa è senza dubbio la postazione più strategica giacchè di qui passano tutte le operazioni di finanza pubblica, a cominciare dalla legge di stabilità. In un momento economico delicato quale è quello attuale il successore di Vegas oltre ad essere una personalità di alto profilo sarà di diretta emanazione del ministro Tremonti. È anche probabile che proprio in virtù del fatto che il ministro tiene saldamente in mano la leva delle decisioni in materia economica e di bilancio dello Stato, non venga riempita questa casella. Altra poltrona libera è quella lasciata dall'attuale ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, prima viceministro con la delega sulle Comunicazioni. Anche in questo caso si tratta di un ruolo strategico a meno che Romani non decida di mantenere nelle sue mani tutte le deleghe. Sullo scacchiere delle postazioni, da ieri è vacante la presidenza dell'Antitrust dopo che Antonio Catricalà ha preso il posto di Alessandro Ortis all'Authority per l'Energia. Poi ci sono le aziende pubbliche. A cominciare dalla Rai. Il cda e il direttore generale hanno un mandato triennale e quindi scadono nella primavera del 2012 ma nel caso del direttore Mauro Masi sono sempre più ricorrenti le voci che lo danno in uscita verso un altro incarico. La prossima primavera scadono anche i vertici di Eni, Enel, Poste e Terna. In gioco non ci sono solo presidente e amministratore delegato ma anche i board. Una trentina di caselle da riempire. Per le Ferrovie la poltrona di Mauro Moretti che scade ad aprile, sarebbe blindata. Scontata la sua conferma. Sicuro anche Guarguaglini a Finmeccanica.