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I sondaggisti scommettono sul Cav "Se si torna alle urne fa il pieno"

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

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Comunque vada sarà un successo. Se Silvio Berlusconi si ripresentasse agli italiani chiedendo il loro voto, tornerebbe a vincere le elezioni. Non supposizioni o voci di corridoio ma numeri messi nero su bianco dai sondaggisti Nicola Piepoli e Alessandra Ghisleri che, contattati da Il Tempo, non hanno avuto dubbi nel sostenere la rielezione dell'attuale premier. È così, nonostante la campagna di logoramento. E così, nonostante la campagna di logoramento contro il Cavaliere messa in atto dai «futuristi» di Gianfranco Fini, Berlusconi tornerebbe, per la quarta volta, a sedersi sullo scranno più alto di Palazzo Ghigi e a governare l'Italia con una maggioranza frutto di un sempre più forte sodalizio con la Lega Nord del suo fedelissimo alleato Umberto Bossi.   Ed è proprio Piepoli, fondatore e presidente dell'omonimo Istituto, a tracciare una possibile mappa delle intenzioni di voto nel caso in cui si tornasse a votare: «In questo momento i numeri sono tutti dalla parte del centrodestra che, con uno scarto di 4 punti percentuali, sconfiggerebbe il centrosinistra. Due coalizioni a confronto che secondo noi si potrebbero formare in questo modo: da una parte Pdl e Lega che otterrebbero il 41,5% dei consensi degli elettori e dall'altra parte Pd, Idv, e Sinistra Ecologia e Libertà che toccherebbero quota 37,5%». Percentuali che lo stesso Piepoli trasferisce in seggi parlamentari: «Facendo un rapido calcolo quindi, se le intenzioni di voto venissero confermate, alla Camera il centrodestra otterrebbe 352 seggi (la maggioranza è 316, ndr) e a Palazzo Madama, supererebbe di qualche senatore la somma di quelli dell'opposizione». Interessante è vedere anche i flussi di voti che passano da un partito all'altro. «La Lega, che si attesta al 10,5%, rosicchia consensi al Pdl fermo al 31%. Ma - continua Piepoli - è Futuro e Libertà il detrattore principale dei consensi del Pdl tanto che nell'arco di una sola settimana è passato dal 4% al 5%. Un punto percentuale in più che si compone per il 60% di voti che arrivano dal centrodestra e per il 40% da Pd e Idv». A sinistra invece i Democratici calano ulteriormente fermandosi al 24,5% mentre i dipietristi scendono al 6% cedendo voti al Movimento 5 Stelle di Grillo che si attesta al 4%. Unico ad avanzare nei sondaggi è Sel, il partito di Nichi Vendola, che, sempre per Piepoli, tocca quota 7%. Diverso invece l'approcio con cui Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research, ha condotto i suoi sondaggi: «In questo momento la gente è confusa. Non capisce chi si alleerà con chi se si andasse a votare. Tutti i dati che abbiamo calcolato quindi sono molto suscettibili. Ecco perché in questo momento, in cui il 35-40% degli aventi diritto al voto si dichiara astensionista, non sono importanti i numeri ma lo stato di disagio in cui si trovano i cittadini. C'è troppa distanza tra i partiti, che si parlano addosso e la base che si sente esclusa. È per questo che, per esempio, le primarie di Milano le ha vinte non il candidato imposto dai vertici di partito qual era Stefano Boeri (uomo del Pd) ma un avvocato sponsorizzato da Sel come Giuliano Pisapia che ha saputo parlare ai cittadini». E continua la Ghisleri: «Quello che ho capito in questo tempo è che a vincere non è chi urla più forte ma chi riesce a costruire attorno a se maggior consenso. E il consenso si ha se si è costruttivi e se si vogliono risolvere i problemi». Caratteristiche che gli italiani sembrano ritrovare in Silvio Berlusconi dato che, analizzando le percentuali di gradimento ricavati da Euromedia Research, la coalizione Pdl-Lega uscirebbe dalle urne vincente con un indice di gradimento tra il 42 e il 45% (28-30% per il Pdl e 12-14% per il partito di Bossi). Per il centrosinistra invece la forbice è nettamente inferiore rispetto a quella del centrodestra. Infatti un'ipotetica coalizione tra Pd, Idv e Sel si posizionerebbe tra il 35 e il 38% dei consensi che verrebbero così suddivisi tra i tre partiti: i Democratici si attesterebbero tra il 24 e il 25%, il movimento di Di Pietro tra il 6 e l'8% e Sel tra il 3 e il 5%. Per quanto riguarda invece un ipotetico polo centrista la Ghisleri prevede per l'Udc di Pier Ferdinando Casini una forbice pari a quella dell'Idv (6-8%), per l'Api di Francesco Rutelli un dato vicino all'1% e per il movimento «futurista» di Fini un risultato tra il 4 e il 6%. Percentuali, quelle attribuite a Fini da Piepoli e dalla Ghisleri, nettamente inferiori rispetto a quelle riservate al leader di Fli da Crespi-ricerche pubblicate sul sito di Generazione Italia il 9 novembre scorso che invece gli attribuisce il 9,2% dei consensi. Un sondaggio sicuramente generoso verso il presidente della Camera che però dimostra anche come la coalizione di centrodestra (Pdl al 26% e Lega al 13%) batterebbe sia il terzo polo (Udc 6%, Fli 9,2% e Api meno dell'1%) che il centrosinistra fermo al 34,5% (Pd 23%, Idv e Sel 5,7%).

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