Prove di crisi: Napolitano convoca Fini e Schifani
.Dopo il ritiro della delegazione «futurista» dal governo, Giorgio Napolitano scende ufficialmente in campo per gestire una crisi non ancora ufficiale. Il presidente della Repubblica ha convocato per oggi alle 16 i presidenti di Camera e Senato per fare il punto sulle prossime scadenze dell'attività parlamentare. C'è la legge di stabilità da approvare: il Capo dello Stato è stato chiaro, non transiggerà. Le forze politiche lo sanno. Si promettono battaglia, ma dovranno aspettare. Così le conferenze dei capigruppo previste oggi per esaminare la possibilità di calendarizzare, rispettivamente, la discussione della mozione Pdl di fiducia al governo a Palazzo Madama e la mozione di sfiducia Pd-Idv a Berlusconi a Montecitorio sono state annullate. La «guerra delle mozioni», però, è soltanto rinviata. A prescindere da quelle che saranno le raccomandazioni di Napolitano, sarà comunque Gianfranco Fini a decidere quando far approdare in Transatlantico quella che intende sfiduciare il Cav. Lo farà vestendo gli abiti super partes di presidente della Camera o quelli di che ha già deciso che Berlusconi è praticamente morto? Intanto, quello che di fatto sembra essere l'avvio informale delle consultazioni post (pre) crisi, genera l'inevitabile paradosso per cui il primo a essere «consultato» dal Capo dello Stato sia proprio il leader del partito che è stato decisivo per la capitolazione dell'esecutivo. Prima o poi, del resto, doveva succedere. Le polemiche esplodono puntuali. «Sicuramente Fini andrà con appuntato al petto il distintivo del suo nuovo partito, ma parlerà con grande obiettività della situazione politico-istituzionale del Paese, così come si addice al ruolo super partes del presidente della Camera», dichiara Roberto Castelli, viceministro della Lega Nord. «È il più anomalo dei vertici istituzionali mai riunito al Quirinale. Un presidente della Camera, insieme leader del partito che ha provocato la crisi, riferirà al Capo dello Stato le sue valutazioni su come superare la crisi», gli fa eco il vice presidente dei deputati del Pdl, Osvaldo Napoli. «È innegabile che il Presidente della Camera è anche leader dello stesso neonato partito che sta provocando inutili e dannosi scossoni all'azione e alla stabilità di governo chiedendo le dimissioni del presidente del Consiglio dei ministri. In ossequio alla par condicio, pertanto, chiediamo al presidente Napolitano di convocare anche tutti i leader dei partiti rappresentati in Parlamento», afferma il deputato Arturo Iannaccone, leader di Noi Sud. Il Capo dello Stato è avvisato. E se i «futuristi» vanno via dal governo, Fini pensa al futuro.