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La Lega contro Luca:

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Nelcalderone dello scontro politico anche il Mondiale di F1 si trasforma in un pretesto per fare polemica. E se poi a perdere è la Ferrari di quel Montezemolo che da mesi ha messo in scena il balletto «scendo in campo-non scendo in campo», ecco che c'è l'occasione giusta per attaccarlo. Ad alzare il tiro è la Lega da sempre contraria a un impegno politico di Montezemolo. Il ministro Roberto Calderoli tira fuori i muscoli mescolando ai giudizi sulla performance della Rossa, gli attacchi a Montezemolo come possibile candidato politico. «Invece di fare il grillo parlante della politica senza beccarne mai una, dovrebbe cercare di imparare dagli altri come si fa a gestire una vittoria nel Mondiale». Calderoli «assolve» Fernando Alonso, «a cui va un applauso per il grande lavoro svolto in questa stagione» e sentenzia che nonostante il valore del pilota, «la Ferrari è riuscita a perdere un Mondiale di fatto già vinto grazie alla demenziale strategia operata dai box». E va oltre: «Visto che a perdere questo titolo Mondiale sono stati gli strateghi ai box, chi è responsabile di questa disfatta deve andarsene». Calderoli arriva a chiedere le dimissioni di Montezemolo perché, arringa, «ci ha fatto vergognare di essere tifosi della Ferrari». «Se ne vada subito da Maranello - tuona Calderoli - evitando di fare ulteriori danni alla Rossa che tutti noi abbiamo nel cuore». Ma non finisce qui. Alla lunga tirata di Calderoli si aggiunge quella non meno pungente del viceministro alle Infrastrutture Roberto Castelli. «Se dovessi usare nei confronti della Ferrari e di Montezemolo lo stesso metro di giudizio che egli usa nei confronti del nostro governo, dovrei dire che Alonso ha perso il Mondiale a causa della gestione dilettantesca della corsa con il dottor Montezemolo ai box. Dico invece che mi dispiace molto e faccio i più sinceri auguri alla Ferrari di poter vincere l'anno prossimo». La Lega è intervenuta in blocco al punto che si è fatto sentire anche l'eurodeputato Matteo Salvini: «Sono molto dispiaciuto per la Ferrari, che amo ma non per l'arrogante Montezemolo. Se avrà in politica la stessa fortuna che ha avuto in Formula Uno, povera Italia!». Il presidente della Ferrari però non si tiene le critiche. A Calderoli risponde indirettamente e lo chiama in causa tra le righe inserendolo in quella schiera di sfascisti che danneggia l'immagine dell'Italia. «C'è una grande Italia - dice - che combatte e non molla nulla fino alla fine, spesso vince ma talvolta perde, ma non si arrende. Ci sono invece piccole persone che fanno sistematicamente il tifo contro il Paese e i suoi simboli. Per fortuna sono una minoranza». In questo polverone polemico si inserisce anche il Pd che coglie la palla al balzo per blandire per l'ennesima volta Montezemolo. È da tempo che l'opposizione tira per la giacca il presidente della Ferrari affinchè scenda in campo a sostegno del centrosinistra. Lo stesso segretario Bersani non ha escluso di vedere di buon grado una sua candidatura. Per il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti «Lega e Pdl chiedono le dimissioni di Montezemolo da una società privata. Ma loro le dimissioni non le danno mai? Vanno bene solo quelle degli altri?». Per il deputato democratico Enrico Gasbarra invece «se un ministro della Repubblica arriva a chiedere le dimissioni di Montezemolo dalla Ferrari sono veramente alla frutta. In un Paese in piena crisi politica, istituzionale, economica e sociale un importante esponente di governo come Calderoli, piuttosto che occuparsi dei gravi problemi degli italiani, preferisce polemizzare sulla perdita del titolo mondiale della Ferrari. Ma è il governo del bar sport?». A rincarare la dose ci pensa il presidente dei senatori Pdl Maurizio Gasparri, secondo cui Montezemolo «non si deve dimettere, ma deve semmai meditare. In questo Paese tutti insegnano agli altri il mestiere che devono fare, non riuscendo a fare il proprio. Insomma Luca più che spiegare ai politici cosa fare, faccia bene il suo mestiere. Oggi, se avesse ben guidato il suo team, saremmo felici per una vittoria, invece che essere delusi per una sconfitta causata da chi ha condotto male le operazioni sul campo».

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