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Finiani ai saluti finali Oggi lasciano il governo

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Oggigli esponenti di Futuro e Libertà che siedono al governo – il ministro per le politiche comunitarie Andrea Ronchi, il viceministro Adolfo Urso e i sottosegretari Roberto Menia e Carmelo Briguglio – lasceranno i loro incarichi. Il primo, avendo giurato davanti al Presidente della Repubblica, manderà una lettera sia a Giorgio Napolitano sia a Berlusconi, gli altri solo al premier. Sarà un passo che non apre comunque una crisi di governo. Il Cavaliere probabilmente non farà nuove nomine ma lascerà quei posti vacanti in attesa di arrivare alla prova sulla fiducia al Senato e poi alla Camera. Di sicuro però l'uscita dal governo non è stato un passo facile per la pattuglia dei finiani. Innazitutto perché non tutti hanno gradito il modo in cui è stata gestita la situazione. L'intervento di Ronchi dal palco di Perugia, nel quale annunciò che i finiani rimettevano la scelta di dimettersi nelle mani di Fini, non era stato ad esempio concordato con gli altri esponenti di Futuro e Libertà. Ma a quel punto non hanno potuto far altro che seguire anche loro quella strada. L'altro motivo di attrito all'interno di Futuro e Libertà è stato Italo Bocchino. Il capogruppo di Fli, intervenendo alla trasmissione «Annozero» di Michele Santoro, ha infatti annunciato che la delegazione dei finiani sarebbe uscita oggi dal governo. Nessuno però aveva ancora preso decisioni, nessuno sapeva ancora il giorno esatto. E quasi tutti speravano che la scelta sarebbe arrivata il più tardi possibile. E questo è stato l'ennesimo terreno di scontro tra i falchi di Futuro e Libertà e le colombe. Le quali, ad eccezione di Carmelo Briguglio, sono proprio tutti gli esponenti che hanno incarichi nell'esecutivo. Insomma quella fretta è stata letta come l'ennesimo provvedimento per togliere forza ai moderati e metterli in minoranza. E alla fine c'è voluta tutta la capacità diplomatica di Fini per ricomporre la frattura. Sempre oggi Gianfranco Fini è atteso da un doppio impegno televisivo. Stasera parteciperà alla trasmissione di Saviano e Fazio «Vieni via con me» insieme a Pier Luigi Bersani e leggerà un testo di tre minuti sui valori della destra. Poco prima, alle otto e mezza, su «Babel tv» andrà in onda una sua intervista. Nella quale parlerà del tema del diritto di cittadinanza per gli immigrati. «Ho molti dubbi sull'inserire nella nostra legislazione lo "ius soli" – ha spiegato in una anticipazione dell'intervento che è stato trasmesso da Sky Tg24 – perché alcuni Paesi che hanno questo tipo di legislazione stanno avendo molti problemi. La mia proposta è che, alla fine di un ciclo scolastico, quei ragazzi che sono stabilmente in Italia perché hanno le famiglie in Italia hanno secondo me il diritto di diventare cittadini senza aspettare i 18 anni». Fini ha anche commentato il voto da parte di Fli con l'opposizione di un emendamento sul trattato Italia-Libia che ha fatto andare sotto il governo: «Mi dispiace che qualcuno della maggioranza abbia detto che siccome è stato approvato un emendamento che impegna la Libia ad aprire a Tripoli un ufficio per la tutela dei diritti degli esuli e dei rifugiati politici vogliamo far arrivare i barconi con i clandestini. Un modo di confrontarsi sul tema dell'immigrazione così strumentale e propagandistico non fa onore ad una parte della politica italiana». Pa. Zap.

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