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È forse la fase più difficile per Gianni Alemanno

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Lui,che ha mediato fino all'ultimo secondo utile per evitare la frattura tra Fini e Berlusconi, che si ritrova oggi a dover dialogare da esponente nazionale del Pdl e da sindaco della Capitale con «nuovi» finiani e, allo stesso tempo, vecchi amici. Come ad esempio, Potito Salatto, candidato alle Europee proprio da Alemanno e ora coordinatore romano di Generazione Italia e Antonio Buonfiglio, coordinatore del Lazio di Fli, anch'egli fino a poco tempo fa, deputato in area «alemanniana». Comprensibili allora le riunioni febbrili che si sono svolte tra lunedì e martedì. Prima il vertice Pdl in Campidoglio, anche se divenuto ormai una consuetudine, ha visto l'insolita presenza della presidente del Lazio, Renata Polverini; poi il colloquio con il ministro Ronchi, sul quale Gianni Alemanno ha precisato essersi trattato di un incontro «stretto e privato con normali considerazioni politiche tra amici e aspetti istituzionali reali legati al fututo dei fondi Ue per Roma». Fino alla riunione di martedì sera con il gruppo dei «fedelissimi», tra i quali Barbara Saltamartini e Francesco Biava. L'oggetto dell'incontro sembrerebbe sia stato proprio definire la linea da tenere nei confronti degli ex colleghi di partito. Una strategia quanto mai complessa e che, sembrerebbe, adottare almeno per il momento il doppio binario. Linea dura in Parlamento: niente sconti ai finiani e alzare il livello del contraddittorio sui contenuti politici e non sul «gossip» dell'ultima ora. Rigore e compattezza nel e per il Pdl. Altro binario per la Capitale, dove l'amministrazione può consentire una strategia diversa, più "morbida" e fungere ancora da cerniera. Così l'adesione dell'assessore capitolino alla Cultura, Umberto Croppi, a Fli è stata "recepita" in Campidoglio e lo stesso Alemanno lo ha confermato senza polemica. Ma la fase è transitoria. La «colomba» alemanniana si sta già trasformando in falco. E presto la linea adottata in Parlamento potrebbe risultare inevitabile anche in Campidoglio. Del resto, Alemanno ha già ribadito che la giunta va allargata. E i malumori de La Destra di Storace, che attende l'ingresso nella giunta capitolina da prima dell'estate, potrebbero sfumare proprio con la poltrona di Croppi. Presto, comunque, azzardare scenari che, nel giro di qualche giorno potrebbero rivelarsi completamente diversi e vedere, addirittura, Alemanno candidato al fianco di Berlusconi. Un'ipotesi più volte respinta dal diretto interessato che ieri ha commentato il quadro nazionale ammettendo: «Siamo di fronte ad una situazione politica incerta, non sappiamo la durata di questo Governo né cosa succederà in futuro». Tutto può accadere. Appunto.

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