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Unità ritrovata ma si pensa al congresso

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Unamozione di Generazione Italia». Poi si fa serio e promette: «Ma vedrà, sarà un congresso unitario». Dall'altra parte del palco Roberto Menia si fa sornione e proclama: «E allora faremo anche noi di Area nazionale una mozione». Sì, è fin troppo facile dividere i finiani tra falchi e colombe, tra laici e cattolici, persino se si vuole tra guelfi e ghibellini. La verità è che la platea di Bastia Umbra, una ventina di chilometri da Perugia, consegna una base del partito piuttosto ultrà, antiberlusconiana, gladiatoria e pronta alla battaglia. Una platea che sembra più avanti, come se avesse già archiviato il governo Berlusconi e ragionasse sul dopo. Bastava sentire in carrellata gli interventi della mattina per capire che sembrava d'assistere a un'assise di un partito mentalmente di opposizione. Che detesta Berlusconi, ma soprattutto odia i colonnelli, considera il Pdl un tappo a qualunque aspirazione, contesta le consorterie, le cordate, le correnti e vorrebbe semplicemente esprimersi. In fin dei conti non è qualcosa di molto diverso (salvo l'antiberlusconismo) dalla platea dei Circoli della Libertà della Brambilla: anche il Cavaliere aveva capito che l'allora Forza Italia era diventata opprimente, una struttura che comprimeva la base e lui stesso voleva far saltare tutto. Per comprendere le mosse passate e quelle prossime di Fini bisogna tenere in mente che questo è per il momento il suo elettorato di riferimento, quel po' che per ora s'è visto a Perugia. Era una manifestazione, e questo va detto, organizzata da Generazione Italia (e l'organizzazione ha impressionato anche gli uomini del Cav che hanno seguito la kermesse in tv). C'era il pubblico di Bocchino, le sue truppe almeno per quattro quinti, il resto era gente di Area nazionale. Il congresso milanese di Fli a gennaio potrebbe consegnare rapporti di forza diversi, la campagna elettorale interna è partita. Da qui a gennaio molte cose possono cambiare. Ora Berlusconi prova a parlamentarizzare la quasi crisi, a stanare i finiani, a vedere quanti davvero sono pronti a farlo cadere convinto com'è che in tanti non sono più disponibili. Si vedrà in Parlamento. Certo è che se fosse stato tra il pubblico di Fli avrebbe ascoltato anche gli interventi delle cosiddette colombe. Viespoli e Moffa, e poi Menia. Nessuno di loro ha difeso l'operato del governo sebbene uno c'è stato sino a poco fa, uno non ci è mai stato e uno c'è ancora. Lo scenario è cambiato e quello che dicono i big di Fli è che «Berlusconi deve prendere atto che ci siamo, siamo una componente importante della maggioranza, che senza di noi non può andare avanti». E se da un lato l'«aggressione» (così la giudicano) di Fini a Berlusconi ha rinsaldato il Pdl, dall'altro ha anche stretto i finiani che non a caso hanno scelto di dormire tutti allo stesso hotel. F. d. O.

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