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Napolitano segue gli sviluppi ma non interviene

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«Abbiamoun mare di problemi da affrontare», ha ricordato Napolitano, perciò «ci vuole un'Italia che funzioni come "sistema Paese", e ci vuole molto il senso della responsabilità comune». Si può immaginare dunque con quale animo abbia accolto le ultime novità. Fini ha chiesto pubblicamente a Silvio Berlusconi di andare al Quirinale a rassegnare le dimissioni. Ma non è detto, anzi sembra improbabile, che il presidente del Consiglio intenda fare questo passo che consegnerebbe le chiavi della crisi nelle mani del Capo dello Stato. Di fronte al rifiuto di Berlusconi, Fini potrebbe chiamare in causa Napolitano mettendo in atto la subordinata della sua richiesta: le dimissioni dei quattro componenti del governo che si richiamano a Fli. Queste dimissioni, qualificate come il distacco dalla maggioranza di una sua componente, secondo valutazioni raccolte in ambienti parlamentari, potrebbero indurre il Capo dello Stato a chiedere al governo una verifica della consistenza della maggioranza in Parlamento, con un dibattito e un voto. E da quel voto dipenderebbe la sorte dell'esecutivo. Se il gruppo di Fini confermasse la sua attuale consistenza, la crisi sarebbe certa. In ogni caso, ci sarebbe un passaggio parlamentare per arrivare all'apertura formale della crisi con le dimissioni del presidente del Consiglio in carica. Dopotutto Napolitano adottò la stessa procedura nel 2008 di fronte alle dimissioni di Romano Prodi.

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