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L'Udc non abbocca all'amo di Fini

PierFerdinando Casini

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L'Udc ringrazia Fini e aspetta. Aspetta di vedere se Futuro e Libertà avrà veramente la forza di aprire la crisi, aspetta di vedere se Berlusconi a quel punto presenterà le sue dimissioni e se tenterà la carta di una maggioranza allargata. «Esistono buoni motivi per attendere e vedere – spiega il presidente dei centristi Rocco Buttiglione – Ho apprezzato il passaggio sull'Udc, finalmente si apre una discussione seria all'interno della maggioranza. Perché il richiamo al programma del 2008 è insufficiente. Sono successe più cose negli ultimi due anni che nei venti anni precedenti. Stiamo a vedere». Ma c'è anche un'altra partita che l'Udc «gioca» con l'opposizione in queste ore. Ed è quella di mettere in minoranza il governo su una mozione di Fli, quella sulla Rai che tra 15 giorni presenterà Italo Bocchino. Scetticismo invece sull'ipotesi di una sfiducia, che rimane in campo più come arma per stanare Fini, qualora dovesse continuare il gioco del cerino con il Pdl. Ieri i capigruppo del Pd, di Idv e dell'Udc di Camera e Senato si sono sentiti telefonicamente dopo il discorso di Fini. La prima cosa, è stato il ragionamento, è capire i passaggi successivi da parte del leader di Futuro e Libertà, nel senso di vedere se effettivamente i ministri di Fli si dimetteranno e cosa succederà dopo. Quello che va evitato, è il loro ragionamento, è un atto parlamentare che ottenga l'effetto opposto, cioè che spinga Fli tra le braccia di Berlusconi. E una mozione di sfiducia promossa dal centrosinistra potrebbe avere questo risultato. È per questo che le opposizioni puntano ad altri atti parlamentari per mandare in minoranza il governo e fare esplodere la crisi. Il primo, se non succederà nulla nel frattempo, sarà la mozione di Italo Bocchino sulla Rai e la libertà di informazione, in calendario a Montecitorio da lunedì 22 novembre: Udc, Pd e Idv potrebbero sostenerla. Nella stessa settimana si voterà la mozione Bersani sul fisco con una richiesta al governo di fare la riforma con uno spostamento del carico dal lavoro e dall'impresa alla rendita e all'evasione. Fli verrà corteggiata su questo documento, così come su quello dell'Italia dei Valori di censura verso il ministro Calderoli, reo di aver abrogato le norme che vietano l'associazione armata, in modo da salvare le camice verdi. Ma per la verifica c'è un appuntamento più ravvicinato: domani alle 13,30 alla Camera si riuniscono con il ministro Giulio Tremonti i capigruppo di Pdl, Fabbrizio Cicchitto, Lega, Marco Reguzzoni, e Fli, Italo Bocchino. Sarà quella la sede, mentre in commissione riparte l'esame della finanziaria, in cui potrebbe essere formalizzata con più ufficialità dal Pdl l'indisponibilità del premier a dimettersi e ad aprire la crisi. In quel caso il ritiro della delegazione finiana al governo dovrebbe essere conseguente.

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