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Proietti: la domus non era ritenuta a rischio

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Loha detto anche l'ex sovraintendente Giuseppe Proietti, in pensione solo da qualche settimana. Proprio la pesantezza del tetto del vecchio intervento, unita alla cedevolezza del terreno avrebbe fatto crollare, spiega l'archeologo, tutte le pareti della Domus, alcune delle quali erano anche decorate, sebbene solo con motivi ornamentali, fregi e armature che richiamavano la funzione dell'edificio. La Schola, precisa Proietti, non era aperta al pubblico ma non c'erano stati al suo riguardo particolari motivi di allarme. Non era insomma segnalata come una situazione a rischio L'edificio, che si trova sulla celeberrima via dell'Abbondanza, è molto vicino anche a settori della città non ancora scavati. Anche questo avrebbe reso più a rischio, con le piogge, il terreno. L'ex soprintendente precisa che era stato restaurato nel 1947 quando alla guida della Soprintendenza di Pompei c'era l'archeologo Amedeo Maiori. Secondo quella che era l'imposta dell'epoca era stato completamente ricostruito il tetto, usando appunto il cemento, ma anche le quattro pareti dell'edificio erano state in parte integrate.

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