Una vittoria della legalità

Questostraordinario Paese, un tempo culla del diritto e della cultura giuridica, è stato rovinato da chi se ne infischia del prossimo, da chi calpesta ogni norma a cominciare da quelle del buonsenso, da chi pensa che i doveri esistano solo sulla carta, da chi non immagina che esistano merito e concorrenza, ma soltanto sopruso, raccomandazioni e prevaricazioni. Noi pensiamo che esista un'Italia di gente laboriosa che ha bisogno di una iniezione di fiducia, non della demagogia di gran parte della politica, non delle promesse di uomini che si presentano come nuovi, non di una classe dirigente che in realtà è spesso solo digerente. La storia del concorso dei notai con il trucco è esemplare, ci restituisce l'immagine di una collettività che ha smarrito il senso del giusto e del bello, una società feroce dove il cittadino non esiste più ed è stato sostituito dal clan e dalla casta. Non siamo affetti da moralismo un tanto al chilo, siamo uomini di mondo, ma c'è un limite a tutto. Quando i vizi sovrastano di gran lunga le virtù, allora è il momento di correggere la rotta. Il misfatto notarile è smascherato. E il nostro lavoro continua, avanti un altro. (T)