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La procura indaga sui notai

Laurini, il presidente del Consiglio nazionale del Notariato

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È bufera sui notai. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo processuale sulla bagarre scoppiata nel concorso culminato con la sospensione della prova «per motivi di ordine pubblico» e l'occupazione dell'aula da parte dei candidati che rivendicavano presunte irregolarità. Il fascicolo è stato aperto sulla base di una informativa arrivata a piazzale Clodio. Per il momento, è stato precisato in Procura, non si procede sulle presunte irregolarità. Ma questo non è escluso invece che possa avvenire nei prossimi giorni in presenza di denuncie o segnalazioni. Intanto spunta un'interrogazione che avevano presentato il 20 ottobre due deputati leghisti, Grimoldi e Molteni. Dunque qualche giorno prima del concorso per notai, sospeso venerdì 29. I due onorevoli avevano espresso al ministro della Giustizia Angelino Alfano le loro perplessità sui componenti della Commissione, tutti del centro-sud. Una scelta inspiegabile per Grimoldi e Molteni che, nell'interrogazione hanno fatto i conti: 9 commissari di Roma, 2 della sua provincia, 1 di Cosenza, 1 di Avellino, 1 di Salerno e 1 di Bari. Non solo. «Tale concorso - hanno scritto i due deputati della Lega al ministro Alfano - sembra essere stato bandito senza aver comunicato l'esito del precedente, per cui senza dubbio tra i vincitori di questo ci sarà anche una buona parte dei vincitori del precedente, con un evidente danno per gli esaminandi». Dunque i leghisti chiedevano «su quali presupposti il ministro abbia nominato la suddetta commissione e per quali motivi sia stato indetto un nuovo concorso senza aver comunicato l'esito del precedente». Un'interrogazione che non ha ricevuto risposta. Oggi, dopo la «rivolta» dei candidati a causa di una traccia d'esame identica a quella già uscita in un'esercitazione di venti giorni prima alla scuola notarile di Roma, i leghisti protestano. «Purtroppo mi tocca dire che ci avevo visto lungo. E purtroppo devo constatare che la mia denuncia, come accade ogni qualvolta si segnala un rischio "melma" a Roma o al Sud, è stata ignorata. Che il concorso per notai sarebbe finito come è finito, era facile da prevedere» spiega Paolo Grimoldi, che insiste: «La stessa convocazione del concorso è avvenuta con modalità quanto meno anomale, e ora forse capiamo il perché. I responsabili di questa farsa vanno puniti severamente perché è intollerabile che le speranze dei giovani vengano spazzate via da interessi di casta e di assistenzialismo, per non dire peggio. A questo punto attenderò comunque la risposta alla mia interrogazione ma soprattutto gli esiti di questa vergognosa vicenda». Da parte loro, i notai non replicano. Il presidente del Consiglio nazionale del Notariato Giancarlo Laurini, attende le decisioni del ministero. Anche perché la definizione della commissione dipende proprio dal dicastero della Giustizia. Per quanto riguarda l'imbarazzo dei notai, Laurini ha già detto a Il Tempo di ritenere «un fatto gravissimo» la sospensione del concorso. «Ci sentiamo parte lesa - ha aggiunto qualche giorno fa - Siamo stati colpiti al cuore: il rispetto del merito e la parità di tutti sono i fondamenti del notariato». In ogni caso, il numero uno dei notai italiani ha escluso che potesse esserci «la volontà di favorire qualcuno. Credo, piuttosto, alla leggerezza, alla grande superficialità. Ma bisognerà valutare come sono andate le cose». Ecco, per saperlo ci vorrà ancora qualche giorno, fino a quando arriverà la decisione del ministro della Giustizia. Alfano potrebbe annullare l'intero concorso o far ripetire la seconda prova (quella già uscita durante l'esercitazione) e, ovviamente, la terza (mai svolta a causa delle proteste dei candidati e della sospensione). Il verbale è arrivato al ministero sabato. Ieri il documento è stato trasmesso alla direzione generale della giustizia civile del dicastero che sta stilando una relazione sulla vicenda. La relazione verrà consegnata all'Ufficio di gabinetto del Guardasigilli che girerà il testo ad Alfano. In viaggio negli Stati Uniti con la famiglia, il ministro rientrerà a Roma oggi. Poi dovrà decidere. E non sarà semplice perché far svolgere una nuova seconda o terza prova porrebbe il ministero davanti al rischio di una valanga di ricorsi contro il verdetto di una commissione che non avrebbe più la necessaria serenità per portare a termine il suo lavoro. D'altro canto, annullare le tre prove comporterebbe tempi lunghi per un nuovo bando. Insomma, comunque andrà sarà un pasticcio. Mai successo a un concorso per notai che, organizzato dal ministero della Giustizia, è gestito da una commissione nominata con decreto ministeriale. Prevede tre prove scritte e una orale su otto materie. Come per la magistratura, è possibile partecipare al concorso fino a un massimo di tre volte. La commissione esaminatrice, guidata da un presidente di sezione della Corte di Cassazione, è formata da sei magistrati, tre professori universitari e sei notai.

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