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«Preferisco le persone goliardiche alle mattonate irreprensibili»: questo il commento di Zucchero al caso Ruby.

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«Hoconosciuto Prodi e Sircana, ma non mi sono mai seduto con Berlusconi, come posso parlare di chi non conosco?', risponde ai giornalisti che lo incalzano. Da che parte stia politicamente, Zucchero, ospite del paese che ha ospitato la saga di Peppone e Don Camillo, lo rivela invece con una battuta: »io sono con Peppone, sono da quella parte...«. Poi racconta che quando si reca all'estero «gli stranieri mi chiedono Ma ce l'avete un'alternativa? Ma è una domanda retorica, lo chiedono sapendo che un'alternativa non c'è. Si sono abituati anche loro al fatto che non c'è un'alternativa e non è di certo un buon segnale». Poi Zucchero ricorda la sua infanzia: «Ho vissuto in una famiglia dove mio zio era un comunista, marxista-leninista che passava le sue giornate a litigare con don tagliatella, il parroco soprannominato così per la grossa pancia che portava sotto l'abito talare. Litigavano sì, ma la domenica lo invitavamo a pranzo perché era solo, non aveva famiglia e a tavola non si litigava più. Adesso non è così si litiga e basta. Non ci sono più i momenti per riappacificarsi».

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