Sul lodo Alfano l'accordo è più vicino
I finiani e il lodo Alfano: ovvero l'ultimo, disperato tentativo di avere contemporaneamente la botte piena e la moglie ubriaca. I "futuristi" si trovano di fronte ad un bivio insidioso: da un lato non possono permettersi di deludere le attese suscitate in un'ampia platea «legalitaria», dall'altro hanno il dovere di mantenere la parola data sullo scudo costituzionale, perché altrimenti rischiano di perdere il gioco del cerino, venendo poi identificati in chi ha tradito la volontà degli elettori e fatto cadere il governo. La mediazione, quella che Bocchino e compagni credono sia la soluzione per salvare capra e cavoli, alla fine sembra essere quella di sostenere il lodo solo se non reiterabile. Ma sulla non reiterabilità, questo l'ordine di Fini, «non si cede di un millimetro». Da Arcore non sono arrivate "risposte", ma chi ha parlato con Berlusconi riferisce il suo distacco dalla trattativa portata avanti dal Guardasigilli. Non credo che il Lodo Alfano vedrà mai la luce, sarebbe la previsione del premier, rivelata in privato. La strada intrapresa da Fli e Pdl, comunque, sembra essere quella del dialogo, anche se l'incidente rimane dietro l'angolo. Ieri, ad esempio, è bastata una dichiarazione del capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto («È stato trovato in Senato un accordo nella maggioranza su un testo che credo verrà confermato alla Camera e da questo punto di vista c'è stato un consolidamento della maggioranza») per creare momenti di tensione: i finiani - quasi scandalizzati - hanno subito smentito quello che poteva essere interpretato come un «inciucio» con i Berluscones precisando di non essere a conoscenza della cosa, («L'accordo non c'è», punto e basta aveva tuonato Benedetto Della Vedova). Salvo poi - quando Cicchitto ha chiarito il «giallo» spiegando che il suo era soltanto «un auspicio» - unirsi ai buoni propositi del «nemico» come ha fatto Pasquale Viespoli, presidente dei senatori Fli. Oggi intanto i "futuristi" presenteranno il loro tanto sudato emendamento, su cui sono al lavoro da alcuni giorni. In realtà, dopo la lettera del presidente Napolitano e il passo indietro del ministro Alfano sulla reiterabilità («non è una questione vitale»), nessuno si aspetta stravolgimenti improvvisi. Anche il Pd apre alle proposte di modifica dei finiani. «È possibile che voteremo gli emendamenti di Futuro e Libertà. Certo, prima dobbiamo vedere le carte», ha ammesso Anna Finocchiaro, presidente dei senatori democratici. Duro, ancora una volta Antonio Di Pietro: «È un obbrobbrio giuridico, politico e morale, che non può trovare spazio in uno Stato di diritto. Non ci sono emendamenti che lo possano rattoppare: va buttato al cesso», ha spiegato - con il garbo di sempre - il leader dell'Idv.