Lodo Alfano

Alcentro il Lodo Alfano in discussione in commissione Affari Costituzionali al Senato. Ieri i due gruppi hanno depositato le loro proposte di modifica e, anche se si continua a lavorare per trovare un accordo, la distanza è piuttosto evidente. Il Pdl ha presentato un emendamento che riscrive completamente il testo. Stabilisce che il Lodo diventi «automatico e rinunciabile» tanto per il Capo dello Stato quanto per il presidente del Consiglio (ma la rinuncia deve arrivare entro 10 dall'avviso che il magistrato dà all'imputato ndr). Inoltre si fa scattare la procedura di sospensione dall'esercizio dell'azione penale. Nessun accenno alla reiterabiltà che, invece, è il punto centrale delle quattro proposte finiane. Per i senatori di Fli il Lodo non sarà mai reiterabile; si potrà sempre e comunque procedere all'acquisizione di prove non rinviabili e di atti urgenti; se il procedimento riguarda più imputati, si sospenderà solo per l'alta carica, ma per gli altri continuerà; la sospensione della prescrizione varrà per i reati commessi prima e dopo l'assunzione della carica. Ma anche tra i finiani c'è qualche diversità di vedute. E se il capogruppo alla Camera Italo Bocchino si dice certo che «il ddl finirà su un binario morto», il suo omologo a Palazzo Madama Pasquale Viespoli risponde piccato: «Lui fa previsioni noi lavoriamo giorno per giorno che è più faticoso». Sullo sfondo, poi, esplode la polemica per una proposta lanciata dal presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato Carlo Vizzini che, in previsione dell'approvazione del Lodo (che non avverrà prima del 2012), chiede che si proroghi il legittimo impedimento fino alla fine della legislatura. Finiani e opposizione dicono no.