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Doppia morale di Fli sui trasformisti

Il deputato finiano, Fabio Granata

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Ormai ci siamo abituati. I parlamentari italiani sono come le nuvole di una famosa canzone di Fabrizio De Andrè. Vanno, vengono, ritornano e magari si fermano. I «cambi di casacca» sono una costante della vita politica del nostro Paese. Ma, come spesso accade, vige una doppia morale. È una questione di punti di vista: a volte il deputato/senatore che abbandona il suo partito per approdare su altri lidi è un «trasformista», vittima di una meschina operazione di compravendita, altre volte si tratta uomini e donne che assecondano il loro profondo malessere interiore. Insomma degli esempi di profonda coerenza istituzionale. Per trovare conferma di questa divisione tra buoni e cattivi basta guardare a ciò che è accaduto negli ultimi due mesi. Quando a settembre Silvio Berlusconi si presentò in Aula per chiedere la fiducia in molti puntarono il dito contro la pattuglia di «responsabili» che decise di appoggiarlo. Si parlò a lungo di offerte di incarichi prestigiosi, poltrone da sottosegretario, addirittura ministeri (ad oggi nulla di tutto questo si è verificato). E poco importa che, alcuni motivarono la scelta come il segno di una rottura, come l'esito di un malessere nei confronti dei partiti di appartenenza (vedi l'Udc di Pier Ferdinando Casini ndr). Erano «venduti» e tali rimasero. Anche i finiani, come prevedibile, si schierarono con gli accusatori. Fabio Granata parlò di «trasformismo», di una pratica «dissennata e molto poco etica», tirò addirittura in ballo la «prostituzione» («ci sono tanti modi per prostituirsi» disse prendendo in prestito alcune affermazioni di Giorgio Stracquadanio). Ora c'è un problema perché lo stesso Granata, ieri, ha annunciato che «Ci sono molti parlamentari interessati, sia alla Camera sia al Senato, a lasciare il Pdl per Futuro e Libertà». «Ci stiamo lavorando io e Italo Bocchino - ha aggiunto - e il passaggio avverrà certamente entro il meeting di Perugia. A Montecitorio ci sono 2-3 deputati pronti a venire con noi, mentre a Palazzo Madama la situazione è più complessa e particolare: nel Pdl esiste una vasta area abbastanza ampia di malcontento». Ora la domanda nasce spontanea: trattasi di compravendita? Forse bisognerebbe chiederlo agli «oggetti del desiderio» finiano. Il toto-nomi parla del deputato abruzzese Daniele Toto, del piemontese Umberto Rosso e del toscano Alessio Bonciani (in rotta con Denis Verdini potrebbe alla fine decidere di passare con la Lega). Giancarlo Mazzuca, indicato come possibile transfuga, continua a smentire. Mentre Maurizio Scelli e Marcello De Angelis vengono segnalati come «irrequiti». La voce che circola è che mercoledì prossimo i «malpancisti» Toto, Bonciani e Rosso, dovrebbero tenere una conferenza stampa per annunciare il loro ingresso nelle file «nemiche».   A meno che il pressing del Pdl non vada a buon fine. Il Cavaliere avrebbe infatti chiamato i quattro o cinque parlamentari in odore di "fuga". Mentre per frenare la diaspora da tempo Fabrizio Cicchitto incontra i parlamentari del Pdl, Regione per Regione. Ieri è toccato ad Abruzzo, Calabria e Basilicata. Ma, riferiscono alcuni dei deputati di queste Regioni, sarebbero stati invitati solo gli ex azzurri. Fatto che avrebbe indispettito alcuni ex An.

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