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Il Cav: «Con questi pm lodo Alfano necessario»

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SilvioBerlusconi, in una conversazione con Bruno Vespa per il nuovo libro del conduttore di Porta a Porta «Il cuore e la spada» di cui è stata data un'anticipazione ieri, torna sullo scudo giudiziario e confida di sperare che il Parlamento lo approvi. «Ritengo che una legge che sospenda i processi delle più alte cariche dello Stato mentre adempiono alle loro funzioni istituzionali sia opportuna ed anzi, vista la magistratura con cui abbiamo a che fare, assolutamente indispensabile». Ed è stato proprio Bruno Vespa a spiegare che, nonostante le dichiarazioni risalgano alla scorsa settimana, il premier gliele ha confermate ieri. Ma sul Lodo Alfano si è aperto uno spiraglio di discussione tra il Pdl e i finiani. Gli uomini di Fli sono infatti decisi ad opporsi alla reiterabilità dello scudo e ieri il capogruppo della maggioranza al Senato Gaetano Quagliariello ha spiegato che «siamo pronti a discutere». Nella conversazione con Bruno Vespa il Cavaliere poi si difende dalle accuse che gli piovono addosso ogni giorno dai magistrati e spiega si sentirsi assolutamente innocente. «Soltanto con la serenità e la forza d'animo che derivano dalla consapevolezza di non aver commesso alcun reato – ha spiegato – sono riuscito a disinteressarmi dei tanti, troppi procedimenti che mi sono stati addossati e che ogni giorno vengono amplificati da giornali e televisioni». «Proprio a causa di questi comportamenti dei magistrati politicizzati – ha aggiunto – i nostri parlamentari sono in procinto di chiedere una Commissione parlamentare d'inchiesta. Penso che questa iniziativa sia largamente condivisa e debba far luce su una infinità di processi clamorosi, come quelli, tra i tanti, contro Calogero Mannino, contro il generale Ganzer e l'ex Capo della Polizia De Gennaro. È un'iniziativa a difesa dei cittadini, ma anche delle migliaia di giudici per bene che lavorano seriamente e che per colpa di pochi vedono diminuire la fiducia degli italiani anche nei loro confronti». Berlusconi, nella conversazione con Bruno Vespa, è poi tornato sull'inchiesta sulla compravendita dei diritti televisivi Mediaset. Ieri era stata fissata un'udienza della Procura di Roma ma né il premier né il figlio Piersilvio si sono presentati, come già annunciato da tempo dai loro avvocati difensori. «Ancora una volta è scattato l'uso politico della giustizia per cercare di denigrare il presidente del Consiglio – ha spiegato – Sono amareggiato soprattutto per Pier Silvio che in Mediaset non si è mai occupato e non si occupa di questioni fiscali. Viene contestata un'evasione inferiore a un milione di euro, quando quell'anno, il 2004, il mio gruppo versò all'erario imposte per 448 milioni. Ci si aspetterebbe il conferimento di una medaglia d'oro in premio. In un contesto siffatto nessuna persona sana di mente rischierebbe di evadere un quattrocento ottantesimo delle imposte pagate!».

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