Feltri: «Il centrodestra non ci difende»
Lorohanno i posti migliori, sono protetti dalle associazioni di categoria e i partiti di riferimento li coccolano. Sono eleganti, chic. Noi poveri giornalisti di destra siamo abbandonati a noi stessi, alcuni dicono che puzziamo. Se i politici di centrodestra non ci aiutano, non riusciremo mai a conquistare la nostra libertà». È applauditissimo l'intervento di Vittorio Feltri nella Chiesa di Santa Marta a Roma, gremita per il convegno In difesa della libertà di stampa: due pesi e due misure, aperto da Sandro Bondi e Daniela Santanchè. Il direttore editoriale del Giornale, insieme al direttore di Libero Maurizio Belpietro e a quello del Tg1 Augusto Minzolini, lancia un grido d'allarme sulla libertà di stampa in Italia, che ritiene minacciata da potentati e associazioni di categoria e non sufficientemente difesa dall'attuale maggioranza. «Nei nostri confronti c'è diffidenza anche nel centrodestra. Gli esponenti di governo - dice Feltri rivolgendosi ai coordinatori del Pdl Ignazio La Russa, Sandro Bondi e Denis Verdini, al ministro Renato Brunetta e ai capigruppo Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri presenti in sala - preferiscono rilasciare interviste al Corriere della Sera, più che al Giornale o a Libero, perché è più chic. È il risultato di oltre 30 anni di disprezzo per i giornalisti non di sinistra». Anche l'inchiesta sulla casa di Montecarlo, secondo Feltri, «ha creato fastidio nel centrodestra, che non ha neanche presentato un'interrogazione parlamentare sul tema». Opinioni condivise da Belpietro: «Non facciamo parte di quel sistema che ti fa far carriera, che ti protegge dai magistrati. Anche voi avete accettato questo sistema. Preferite rivolgervi ai giornali di centrosinistra, perché volete la loro legittimazione. Ma se riescono a chiudere la bocca a noi, la chiuderanno anche a voi. Se volete la cricca dell'informazione, tenetevela». Anche per il direttore del Tg1 Augusto Minzolini, in Italia c'è una cultura che penalizza i giornalisti non di sinistra: «È un problema antico, che nasce dalla Prima Repubblica. La Dc governava e la cultura apparteneva alla sinistra. Ora, con il bipolarismo, il centrodestra se vuole governare deve produrre una cultura alternativa alla sinistra che non c'è mai stata».