Doppi stipendi agli eletti del Lazio
I consiglieri regionali del Lazio dovranno restituire uno stipendio. Il presidente della Pisana, Mario Abbruzzese, non ci ha pensato due volte e, dopo aver incassato il parere favorevole della Corte dei conti, ha mandato la richiesta agli eletti. Tutto è nato da un equivoco su una norma dello Statuto: «I consiglieri regionali entrano nell'esercizio delle loro funzioni all'atto della proclamazione e restano in carica fino all'insediamento del nuovo Consiglio regionale». Di fatto significa che nel mese che passa tra la proclamazione e la prima seduta dell'assemblea risultano in carica sia i vecchi sia i nuovi consiglieri: i primi perché la loro carica è prorogata fino all'insediamento del nuovo Consiglio, i secondi perché già proclamati consiglieri. A chi va dunque lo stipendio? Ai vecchi o ai nuovi rappresentanti? Nel Lazio, tanto per non farsi mancare niente, a entrambi: più di 130 consiglieri di cui una sessantina di troppo (14 mila euro lordi ciascuno), più assistenti e segretarie. Almeno è andata così nelle ultime tre legislature. Ma il presidente del Consiglio, Abbruzzese, dopo aver assegnato lo stipendio a vecchi e nuovi rappresentanti, ha mandato una richiesta alla Corte dei conti. La risposta dei magistrati contabili è stata netta: in quel mese lo stipendio spetta soltanto ai vecchi consiglieri. Innanzitutto perché «non è consentita l'erogazione delle indennità e dei trattamenti previdenziali e accessori ad entrambe le categorie di soggetti interessati» e poi perché «l'erogazione dei previsti emolumenti spetta ai consiglieri regionali, e rispettivi collaboratori, che risultino effettivamente in carica e in condizione, almeno potenziale, di esplicare la propria funzione, anche se soltanto in via di prorogatio». Dunque i consiglieri attuali dovranno restituire i soldi ricevuti. «Trovo sia giusto - spiega Abbruzzese - rivedere la norma dello Statuto che induce all'equivoco. Da parte mia ho richiesto il parere della Corte dei conti proprio per evitare indebiti».