«Non si investe su Pomigliano se si medita la fuga»
Nonpenso però che la Fiat stia rinnegando l'Italia. Nessuno investirebbe 700 milioni in uno stabilimento come quello di Pomigliano, con tutte le sue criticità, se non credesse nel Paese» dice a Il Tempo, Giuliano Cazzola, deputato del Pdl e vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera. Un Paese che non dà più un euro di utile al Lingotto stando alle parole di Marchionne. Se lo dice e nessuno lo smentisce avrà ragione. L'Italia non è mai stato un posto per imprenditori. In più nei confronti della Fiat l'accoglienza ricevuta è al limite della vergogna. Negli ultimi mesi le sono piovute addosso solo polemiche non solo dalla Fiom, ma anche dalla Cei e in parte anche dal capo dello Stato. Eppure Torino investe in Italia chiedendo solo che si lavori, non come in Polonia, ma come negli Usa. E mentre tutto questo accade, prima Telecom, poi Unicredit hanno compiuto operazioni di ristrutturazione, da cui deriveranno, nel giro di qualche anno, 10 mila esuberi. Ebbene nessuno ha aperto bocca. Forse fa minore notizia? Già. Faccio un altro esempio. Nell'ultimo anno sono stati conclusi almeno 60 contratti nazionali di lavoro con la conflittualità più bassa della storia. Ma l'unica cosa che ha fatto scalpore sono state le prodezze della Fiom. Torniamo alla Fiat. Marchionne sta meditando il ritiro dall'Italia? Non penso. Nessuna azienda che cerca il disimpegno avrebbe voglia di investire una mole così importante di risorse su uno stabilimento problematico come Pomigliano. E la determinazione con cui sta portando avanti battaglie come quella degli operai licenziati a Melfi dimostrano che Fiat vuole restare qui. Anche questo è un modo per onorare il debito che l'azienda ha con l'Italia Marchionne ha citato dati terribili sulla produttività del lavoro nel Paese. Siamo al 118esimo posto su 139. Ha ragione? Il sistema produttivo italiano è figlio di imprese che non hanno voglia di crescere per non mettersi in casa il sindacato e lo Statuto dei lavoratori. Più del 90% della nostra struttura è costituita da micro e piccole imprese non perché piaccia il nanismo ma per il regime burocratico-sindacale che induce le aziende a mantenere organici al di sotto dei limiti numerici oltre i quali scattano particolari vincoli legislativi. Anche per questo siamo indietro nelle classifiche. Se il piano italiano di Fiat andrà a regime. Gli operai, secondo Marchionne, vedranno un beneficio in busta paga Anche questo aspetto viene a volte sottovalutato dai mezzi di informazione. Gli italiani, infatti, non sanno che l'accordo di Pomigliano porterà ai dipendenti un miglioramento di economico di 240 euro mensili lordi. Con le maggiorazioni tassate al 10% perché questo è il trattamento fiscale che il governo ha riservato al salario collegato a una migliore produttività. Fil. Cal.