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Michele De Feudis Il patto della tiella di patate, riso e cozze.

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L'appuntamentoè fissato: il 13 novembre prossimo. Ambienti democratici spiegano che «questo incontro è il risultato di un cammino di mediazione che viene da lontano». Il meeting regionale, però, ha un titolo spigoloso, «Da immagine a realtà, Puglia 2015, c'è un Sud che cambia», maliziosamente ideato per evidenziare il pragmatismo democratico al cospetto delle sirene retoriche e letterarie del governatore. Il programma della giornata prevede ben cinque workshop, su temi come il turismo, l'energia, l'economia solidale, l'innovazione e la logistica. I risultati dei lavori saranno discussi con il presidente della Regione e non è escluso che in quella sede emergano non trascurabili differenze di contenuti su nodi spinosi come l'acqua pubblica e il nucleare. Nikita, infatti, su questi fronti ha posizioni molto simili a quelle della sinistra radicale, ostacolo reale per l'allargamento dell'alleanza anche ai moderati dell'Udc. Il possibile ritorno anticipato alle urne, però, riduce le distanze tra i «fratelli coltelli» del postcomunismo cresciuti in Puglia, acerrimi rivali da sei anni, con il leader Maximo in prima linea nel sostenere come candidato governatore il moderato Francesco Boccia e Nichi lì pronto per due volte a sbaragliare tutti vincendo primarie di coalizione ed elezioni regionali. Memorabili le frecciate velenose dei mesi scorsi. Con raffinato sarcasmo D'Alema si spinse ad una colorita punzecchiatura del leader di Sel, paragonato ad un pallido imitatore del presidente degli Stati Uniti: «Non credo al Blair della Brianza, allo Zapatero della Campania o all'Obama bianco, come va oggi di moda». La replica di Vendola fu ad alzo zero: «Le opinioni di D'Alema? Contorcimenti politicistici. Non vuole fare i conti con le dimensioni della sconfitta, che è elettorale, politica e sociale. Come diceva il Papa, Giovanni Paolo II, non bisogna avere paura». La crisi della maggioranza cambia però il quadro, D'Alema ritiene possibile mettere intorno allo stesso tavolo Casini e Vendola. Il senatore Nicola Latorre considera questo seminario barese «un segnale distensivo. Il partito democratico riaffermerà un rapporto costruttivo con Vendola». Poi puntualizza: «L'incontro con D'Alema si inquadra in un percorso di costruzione dell'alleanza di centrosinistra per sconfiggere Berlusconi, attraverso una coalizione guidata da Pier Luigi Bersani». Insomma nei programmi futuri per Nichi c'è un bel posto da numero due. La strategia di Vendola, di contro, va esattamente in direzione opposta: consolidato a Firenze il suo «partito ponte», Sel adesso vuole giocarsi fino in fondo l'imprevedibile partita delle primarie. Il braccio destro del governatore, Nicola Fratoianni, ha già annunciato da questa settimana l'inizio di una campagna propagandistica per «Nichi premier».

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