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Cota batte la Bresso anche in tribunale

Roberto Cota governatore del Piemonte

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«Abbiamo vinto. Ora chiamo subito Bossi». La contentezza di Roberto Cota è tutta racchiusa in queste poche parole. Uno sfogo arrivato subito dopo aver appreso che il Consiglio di Stato, accogliendo il ricorso con il quale il governatore del Piemonte chiedeva di sospendere il riconteggio dei voti delle ultime elezioni regionali deciso dal Tar di Torino, aveva definitivamente messo fine a mesi e mesi di veleni tra lo stesso Cota e l'ex governatrice Mercedes Bresso. E così la «zarina» torinese che aveva fatto ricorso adducendo presunte irregolarità nelle presentazioni di alcune liste a sostegno di Cota ha incassato la seconda sconfitta: «Se la decisione del Consiglio di Stato vuol dire che entrambe le liste sono valide, rimango stupefatta. Se, invece, vuol dire che il riconteggio non ha senso questa è un'ipotesi come le altre, cioè può anche voler dire che le liste non sono valide. Attendiamo di capire la sentenza. È sicuramente un elemento molto preoccupante - ha infine aggiunto Bresso - ma aspettiamo di sapere che cosa dice il Consiglio di Stato sulla nullità delle liste e, prima di commentare, leggiamo attentamente la sentenza». Interessante allora diventa leggere quello che il Consiglio di Stato ha scritto nell'ordinanza con la quale è stato sospeso il riconteggio dei voti: «Considerato che all'esito della decisione in Camera di consiglio è emersa la fondatezza dell'appello» di Cota e «l'infondatezza degli appelli incidentali proposti da Mercedes Bresso e dagli altri ricorrenti, ha accolto l'istanza cautelare e per l'effetto ha sospeso integralmente l'efficacia della sentenza impugnata». E aggiunge: «Si accoglie l'istanza cautelare, e per l'effetto sospende integralmente l'efficacia della sentenza impugnata». La decisione quindi ha carattere sospensivo, mentre restano ancora da discutere nel merito i ricorsi. Immediato il commento del presidente del Tar del Piemonte, Franco Bianchi: «Siamo abitutati. Il diritto amministrativo ha due gradi, è frequente che una sentenza di primo grado sia riformata in appello. I giudici fanno il proprio mestiere, basandosi sul puro diritto. In questo caso, applicando una legge regionale che veniva applicata per la prima volta, era possibile che ci fossero due interpretazioni diverse. Ora - conclude - dobbiamo aspettare che la sentenza sia depositata per capire bene quali termini del ricorso sono stati accolti». Intanto mentre la Lega e tutto il mondo di centrodestra esultano per la decisione del Consiglio di Stato, il presidente Cota in camicia senza cravatta e fazzoletto verde nel taschino della giacca, sceglie Youtube e Facebook per commentare la vicenda: «Ero sicuro delle mie ragioni e quindi ero sicuro del risultato. Adesso mi vorrei lasciare alle spalle questa brutta pagina e rimboccarmi ancora di più le maniche per rilanciare il Piemonte». Ora davanti a Cota c'è solo un ultimo scoglio da superare ovvero la decisione del Consiglio di Stato sull'ennesimo ricorso presentato sempre dalla Bresso contro la decisione del Tar di non occuparsi della Lista Pensionati per Cota di Michele Giovine. Decisione che, però, non sembra spaventare l'ormai "legittimo" inquilino di Palazzo Lascaris.  

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