Gasparri difende lo scudo: «Andiamo avanti lo stesso»
«Latutela delle alte cariche dello Stato è un'esigenza di tutto il Paese ed è corretto che nessuno chieda per sè uno scudo processuale come quello previsto dal Lodo Alfano». Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato, è determinato tanto da voler continuare sulla strada intrapresa dalla maggioranza perché, come spiega, «il tema delle garanzie per le alte cariche istituzionali è importante». Senatore Gasparri continuerete l'iter parlamentare sul Lodo Alfano anche se il presidente del Consiglio ha chiesto che venga ritirato? «Non lo ha detto Berlusconi. È solo una frase riportata in un pezzo del Corriere della Sera. Io so solo che il Lodo Alfano costituzionale è un atto del Parlamento e quindi siamo noi, deputati e senatori, che ci prendiamo la responsabilità di farne continuare l'iter. E lo facciamo proprio per non trasformare in una vicenda personale quella che è una cosa istituzionale. Quel lodo è un'esigenza che va oltre il fatto che una specifica carica sia ricoperta in un dato momento da una persona determinata. Per questo dobbiamo proseguire soprattutto dato che c'è un gruppo ristretto di togati politicizzati che continua ad attaccare il presidente del Consiglio». Che valore ha attribuito alla nota di ieri del Presidente della Repubblica? «È stato un passaggio importante soprattutto perché è riuscitio a destituire di fondamento talune fantasiose ricostruzioni giornalistiche confortando la nostra azione tesa a condurre in porto il provvedimento. In tal senso presenteremo un emendamento che andrà nella direzione auspicata dal Presidente Napolitano». Anche i finiani hanno intenzione di presentare un emendamento sul Lodo per introdurne la non reiterabilità. Il Pdl è daccordo su questo punto? «Valuteremo la questione quando sarà concretamente presentata in Parlamento». Crede che ci siano margini di trattabilità? «Approfondiremo la questione a partire da martedi dopo aver valutato anche quelle che saranno le nostre proposte di modifica». Altro tema che vede il Pdl contrapposto ai finiani è la riforma della giustizia. Il ministro Alfano troverà un accordo per evitare ulteriori spaccature? «Alfano dovrà trovare nella maggioranza la più ampia convergenza possibile prima che la riforma approdi in Parlamento. Così eviteremo molti problemi». Il disegno di legge sulle intercettazioni si è invece arenato. Crede che finirà nel dimenticatoio? «No. Anzi. Le vicende di cronaca dimostrano quanto necessaria sia quella normativa e per questo mi auguro si voglia riprenderne l'iter». Secondo lei c'è il clima per farlo? «Ancora no. Però spero che si possa ricreare».