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Anche Grillo scarica Santoro

Beppe Grillo

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Santoro, Fazio, Saviano, Benigni, Masi, Annozero, Vieni via con me... Ancora stiamo qui a parlare di televisione? Che retrogradi, che antiquati e nostalgici vintage da quattro soldi siamo. «La televisione è morta da un pezzo», parola di Beppe Grillo. Il comico genovese non deve aver gradito le querelle nate in Rai negli ultimi tempi e ha reagito a suo modo: «Le discussioni sui programmi televisivi, le parcelle da pagare o le ospitate gratis, i veti e i controveti, gli attacchi alla democrazia e la libertà di parola di questi giorni mi sembrano l'accanimento su un cadavere» sentenzia sul suo blog. Difendere la libertà di informazione? Condannare la censura di "mamma Rai" (se mai ne esistesse una)? Schierarsi al fianco dei vari «epurati» dal terribile Masi? Grillo non ci pensa nemmeno. Lui va avanti da solo. «Nessuno vieta al grande artista - scrive - al profondo comunicatore, all'intrattenitore colto di rischiare in proprio, o cercare un finanziatore, per diffondere le sue verità democratiche, o meno, in Rete. Apra un account su YouTube, si filmi e chi vuole lo guarderà. Avrebbe la libertà di dire ciò che vuole e un probabile introito, forse piccolo, forse grande, ed essere indipendente da consigli di amministrazione, direttori, politici». La strada giusta, l'unica possibile, come al solito, è la sua. Gli altri sono tutti «morti». E pensare che Paolo Garimberti era tornato a fare l'editorialista di Repubblica pur di difendere il «pluralismo» in occasione della tormantata vicenda del programma Vieni via con me. Scavalcando il direttore generale Mauro Masi - cui, come è scritto nello statuto dell'azienda, è demandata direttamente la gestione operativa del servizio pubblico - il direttore della Rai ha inviato al quotidiano di Ezio Mauro una lunga lettera indirizzata a Roberto Saviano. «Caro Saviano, Le dico subito come la penso: io sulla libertà non tratto», esordisce. «Di questa libertà - sottolinea - mi faccio garante e per questo confido che, superati i problemi, Lei e Fabio Fazio saprete liberamente confezionare un programma di qualità, rispettoso dei principi cardine del Servizio Pubblico che sono, tra gli altri, imparzialità, pluralismo e rispetto della persona». Il segnale forte da "mamma Rai" che Saviano attendeva per andare in onda, senza il quale avrebbe fatto saltare il programma, insomma, è arrivato. Nessuno - anche se c'è da chiedersi chi lo aveva fatto, dal momento che è stata la Rai a contattare lo scrittore per Vieni via con me e sarà la Endemol (società di produzione di proprietà di Silvio Berlusconi) a pagare il suo e gli altri stipendi - gli metterà i bastoni tra le ruote. Parola di Garimberti: «Quanto alle sue osservazioni sui problemi avuti e agli ostacoli incontrati spero, e non può essere altrimenti, che siano solo lo specchio di una tendenza al ritardo che, lo dico senza mezzi termini, non mi piace per niente», scrive il presidente Rai, e aggiunge: «Di questa tendenza al ritardo ho già parlato in Cda perché finisce per generare polemiche a lettura politica che ci fanno finire sui giornali e danneggiano l'immagine della Rai. Quando non rischia addirittura di incidere economicamente». Da parte sua, Masi decide di non replicare: «Nessun commento. Non vale la pena». Su Vieni via con me «non c'è alcun ritardo né tantomeno alcuna censura preventiva - ha assicurato durante il consiglio di amministrazione - Chi parla dell'uno e dell'altra dimostra grande superficialità o perché non conosce nel dettaglio i fatti o, sicuramente in buona fede, si fa fuorviare da chi persegue interessi estranei alla trasmissione e alla Rai», ha aggiunto. Più complicata la vicenda Annozero: la sanzione della Rai nei confronti di Michele Santoro «è erogata ma rimane sospesa con efficacia rinviata all'esito del giudizio», ha chiarito il Dg Rai. Se però dovessero esserci altri «episodi valutati rilevanti ai fini disciplinari» che coinvolgano il conduttore - ha spiegato Masi - questi potrebbero essere connessi alla sanzione. E dal momento che la puntata di stasera si intitola «Il sasso in bocca» e vanta tra gli ospiti proprio Saviano, il rischio che Santoro veda aggravarsi la sua posizione è dietro l'angolo. Tanto che il suo legale, Domenico D'Amati, ha subito contrattaccato: «La dichiarazione del direttore generale ha un sapore vagamente intimidatorio ed è oltretutto priva di fondamento dal momento che la sospensione opera a tutti gli effetti». Della serie se la tv è morta, i duellanti che la popolano stanno benissimo. Da viale Mazzini arriva poi la notizia che salterà anche un programma di Raffaella Carrà e Sergio Japino. Ma questo, onde evitare ulteriori - e troppo facili - «sparate», non ditelo a Grillo.  

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