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L'ultima sceneggiata contro Berlusconi

Silvio Berlusconi

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La trasmissione non era ancora andata in onda ma la polemica era già scoppiata. Nulla di strano: la politica ha i nervi a fior di pelle. Stavolta il caso è Report, che ieri ha tramesso una breve inchiesta, per giunta a fine puntata, sugli affari ad Antigua, un'isoletta delle piccole Antille, in cui il presidente del Consiglio ha acquistato terreni e case. Repubblica e Corriere della Sera ne hanno anticipato i contenuti, parlando di presunti affari offshore del premier. Il primo a tuonare è stato l'avvocato di Berlusconi e deputato del Pdl, Niccolò Ghedini: «Gli articoli apparsi su alcuni quotidiani e che trarrebbero origine dal programma Report, che dovrebbe andare in onda questa sera su RaiTre, sono totalmente fuorvianti e palesemente diffamatori poiché si basano su assunti già dimostratisi insussistenti. Infatti la vicenda è già stata ampiamente trattata dai giornali alcuni mesi or sono e tutte le delucidazioni e i documenti pertinenti erano stati ampiamente offerti ma negli articoli non se ne tiene minimamente conto. Come risulta dagli atti, il presidente Berlusconi ha regolarmente acquistato un terreno in Antigua pagandolo con regolare bonifico - prosegue Ghedini - e indicandolo nella denuncia dei redditi. Negli anni successivi, con regolari fatture, assistite da stati di avanzamento lavori, bolle di accompagnamento e consegne nonché perizie sono stati pagati i lavori di costruzioni e arredo con altrettanto regolari bonifici da banca italiana a banca italiana. Tale denaro è stato quindi versato in Italia alla società costruttrice dell'immobile». Insomma, «tutta la documentazione è a disposizione per qualsiasi controllo in assoluta trasparenza. L'immobile è attualmente e regolarmente intestato al presidente Berlusconi e non già a fantomatiche società offshore e non vi è nessuna indagine né in merito ai trasferimenti di denaro né in merito all'immobile». Poi la frase che ha dato origine allo scontro: «Sarebbe davvero grave - ha concluso Ghedini - se la Rai mandasse in onda un programma con notizie così insussistenti e diffamatorie e senza alcun contraddittorio». «A che titolo l'avvocato Ghedini chiede la censura preventiva contro Report? Ci auguriamo che a nessuno venga in mente di tappare la bocca ad una giornalista seria autorevole e libera come Milena Gabanelli anche perché sarebbe singolare che le inchieste si possano fare solo sul presidente Fini», hanno detto Vincenzo Vita (Pd) e Giuseppe Giulietti (Gruppo Misto). Netto il capogruppo dell'Idv in commissione Vigilanza, Pancho Pardi: «Ci risiamo, dopo Santoro la Gabanelli. Poi toccherà a Floris e alla Dandini». Interviene anche il capogruppo alla Camera del Pd, Dario Franceschini, che bolla le parole di Ghedini come «una intimidazione arrogante e vergognosa e insieme un altro attacco alla libertà di informazione». L'ex segretario Democratico fa notare anche che le parole di Ghedini suonano «come una pressione intollerabile e preventiva sulla Rai perché non mandi in onda la puntata di Report». I Verdi hanno minacciato addirittura, nel caso si fosse bloccata la trasmissione, di scendere in piazza contro, ha detto il segretario Angelo Bonelli, l'«assalto alla libertà di informazione e al diritto degli italiani a sapere». Insomma, si tratta «di un vero e proprio tentativo di golpe moderno». Il leader dell'Idv Antonio Di Pietro va sulla stessa scia: «La censura sta diventando lo sport preferito di maggioranza e governo». Non ci sta la vicepresidente del Pdl alla Camera, Jole Santelli, secondo cui «la sinistra come al solito parla a vanvera e arriva addirittura a lanciare accuse di inesistenti censure e di assurde intimidazioni nei confronti della trasmissione Report». Sulla stessa linea Alessio Butti, sempre Pdl, componente della commissione Vigilanza Rai: «Si sa che nel programma della Gabanelli non è previsto alcun contraddittorio tradizionalmente inteso e che anche le interviste, lo dico da testimone, vengono sezionate e montate a esclusivo beneficio del teorema che Report vuole dimostrare. La Gabanelli ha una sola verità, la sua». Alla fine è il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, a chiarire: «Il termine censura non c'entra proprio nulla. L'onorevole Ghedini sta semplicemente sottolineando l'esigenza di un contraddittorio». Lo stesso Ghedini, in serata, ha precisato: «Chi parla di censura preventiva nei confronti del programma Report o utilizza l'argomento per una chiara speculazione politica o evidentemente non ha letto il comunicato di quest'oggi ove si annunciavano azioni legali non già nei confronti del programma ma di articoli di giornale palesemente diffamatori e nei quali si sosteneva di basarsi su anticipazioni che sarebbero poi state trasmesse proprio su Report».   Ovviamente «se tali contenuti vi fossero realmente sarebbero gravi perché non veri e privi di contraddittorio e meriterebbero quindi ulteriori azioni legali. Se non vi saranno, contrariamente a quanto si leggeva - conclude Ghedini - sarà ragione di più per promuovere azioni nei confronti di quei giornali che avrebbero quindi riportato false anticipazioni». Il treno è in corsa e la tempesta in piena regola, anche se in un bicchiere d'acqua, visto che nella trasmissione non ci sono stati colpi di scena. Ma ormai il clima è questo: una tensione continua tra i professionisti dell'antiberlusconismo e i difensori del Cavaliere. Spesso anche a prescindere.

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