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In Piemonte i Democratici scaricano Mercedes Bresso

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.Ormai l'ex governatrice del Piemonte è rimasta sola. Nessuno sembra sostenere più la sua battaglia per tentare di riprendersi quella poltrona che gli elettori hanno deciso di destinare all'attuale presidente Roberto Cota. E così, proprio alla vigilia del tanto atteso pronunciamento da parte dei giudici del Consiglio di Stato sul riconteggio delle schede elettorali disposto dal Tar di Torino, i deputati Democratici eletti nella Regione, si scagliano contro la Bresso. Il primo è Stefano Esposito che passeggiando in Transatlantico si sfoga: «Sul riconteggio hanno ragione Bossi e Cota. Se la Lega deve rispettare le decisioni dei giudici, la Bresso non deve tirare per la giacca il magistrato solo per i suoi interessi personali». E aggiunge: «O il voto viene confermato, oppure si annullano le elezioni e si rivota, possibilmente in tempi quanto più possibile celeri. Non esiste la terza via della surroga di Cota con Bresso, come fa credere l'ex presidente». Un duro attacco all'ex governatrice che in mattinata, parlando ai microfoni di Radio 24 aveva chiosato: «Il riconteggio dei voti esplicitamente assegnati a Cota è una tutela nei suoi confronti ma se così non fosse, io sarei di nuovo presidente della Regione». Ipotesi della quale i Democratici non vogliono nemmeno sentir parlare tanto che, a rincarare la dose ci pensa il collega Giorgio Merlo: «Se la magistratura accerterà gravi e pesanti irregolarità, tanto da inficiare la regolarità del voto a favore di Cota, si dovrà tornare subito alle urne. Non credo si possa vincere a tavolino. La priorità deve essere quella di rispettare i voti validamente espressi dagli elettori». Continuando però ad ascoltare le parole di Esposito, si capisce che la strategia dei deputati Democratici piemontesi va ben oltre il semplice divieto di surroga di Cota con la Bresso. Infatti, aggiunge: «Il Pd ha già chiarito che lei non sarà ricandidata». Parole che suscitano l'immediata risposta della "zarina" torinese: «Mentre sono tanti i cittadini che si interessano ai ricorsi manifestandomi sostegno, c'è chi alimenta il disfattismo sostenendo l'avversario». Un indefinito «chi» che subito dopo la Bresso esplicita: «Purtroppo il commento di Esposito mostra solo un'acrimonia personale. Non ho mai fatto battaglie politiche per interessi personali, ho sempre portato molti voti al mio partito, e non tutti possono dire altrettanto». Esposito incassa e replica: «Spiace che Mercedes Bresso, forse perché accecata dalla speranza della surroga, mi accusi di filo-leghismo, facendo finta di non ricordarsi che sia il segretario nazionale Bersani sia quello regionale Morgando hanno più volte dichiarato che, di fronte all'accertamento giudiziario di illegittimità delle liste elettorali, il Pd é per il ritorno al voto e non per la vittoria a tavolino». Polemiche a parte, la Lega resta alla finestra ad aspettare la decisione del Consiglio di Stato che comunque, qualsiasi essa sia, non dovrebbe avere nessuna ripercussione sul governo. Questo almeno è quello che ieri sera ha voluto ribadire il capogruppo alla Camera del Carroccio, Marco Reguzzoni, al termine del Consiglio federale svoltosi in Bellerio a Milano: «Non vedo effetti sul Governo, è un attacco al voto libero dei cittadini. Io penso che si fermerà lì, non ci sarà seguito».

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