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Sacconi: è un retaggio degli anni '70 Questa piazza non può governare

Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi

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La strada intrapresa della Cgil porta dritta allo sciopero generale e alla condivisione della strategia dello scontro fatta propria dalla Fiom, il barricadero sindacato dei metalmeccanici, quello che sta osteggiando in tutti i modi la politica dell'ad della Fiat Marchionne. Non solo. Cavalcando la linea della Fiom, la Cgil di fatto approfondisce il solco che la separa dagli altri due sindacati più disponibili al dialogo, Cisl e Uil. In questa strategia muscolare e del ricorso alla piazza, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi vede un pericoloso ritono al passato. «Questa piazza è inadatta a governare, è figlia ancora di vecchie ideologie e rappresenta un retaggio di cose passate, di quei maledetti anni 70 che sono stati i peggiori della mia vita» ha detto sottolineando che «bisogna cercare tutti quelli che non si riconoscono in questa piazza». Nel corteo che ieri ha sfilato a Roma, c'era un'Italia «purtroppo contrapposta alle organizzazioni sindacali riformiste» è l'analisi che fa Sacconi richiamando all'attenzione «i numerosi striscioni contro Bonanni e Angeletti. Credo che il dovere del governo e delle forze politiche che lo sostengono sia quello di andare avanti democraticamente, accettando la critica, ma decidendo». Sacconi ha quindi ribadito che «si deve continuare a tessere la tela di un dialogo sociale, che tuttavia non può mai subire il veto di coloro che vogliono resistere al cambiamento». Anche il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, è convinto che «non è stata una manifestazione sindacale ma una manifestazione politica che segna la riorganizzazione e il rilancio dell'estremismo politico e del massimalismo sociale». E in questo «massimalismo si ritrovano non solo la Fiom, ma anche una parte della Cgil e del Pd». Poi il parlamentare attacca il leader della Fiom Landini che aveva attribuito a Sacconi l'augurio che la manifestazione producesse un morto. «Dovrebbe vergognarsi» avverte Cicchitto secondo il quale le parole di Landini non fanno altro che «tenere alto il clima dell'odio». La manifestazione e gli slogan hanno creato imbarazzo a sinistra. «La voce di quanti hanno manifestato va ascoltata» afferma il segretario del Pd Pier Luigi Bersani e manda all'indirizzo del governo un messaggio: «In questo momento non bisogna accendere irresponsabilmente i fuochi della divisione, ma lavorare per aiutare a comporre le diverse posizioni». Gli fa eco il responsabile economia del partito Fassina: «Il Pd sta dove stanno i lavoratori, che manifestano in modo pacifico e democratico».

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