Il piano di Fini: Forza Italia
Un movimento d'opinione e non un partito. Un movimento organizzato ma non strutturato. Che guarda ad elettori di destra, e questo è ovvio. Ai moderati. E anche, perché no, a sinistra. Forse un po' velleitariamente, punta a recuperare una fetta del mondo astensionista, quelli che non hanno votato, i delusi, l'elettorato mobile e volatile, quello meno ideologizzato. Un movimento «estremamente trasversale» è la definizione data al microfono dal suo fondatore, un movimento che non ha una collocazione precisa, non necessariamente (o almeno non dichiaratamente) è nel centrodestra. Che ha una quota di destra al suo interno, questa non ne è l'unica anima e certamente non quella dominante. Eccolo qua il piano Fini. Messo nero su bianco, scritto di suo pugno dal presidente della Camera. Sia chiaro, sono appunti. E i concetti vergati sono poi quelli centrali dell'intervento di Gianfranco Fini nella convention di Napoli di due sere fa. Infatti, colpiscono i contenuti. Ma ancor di più la grafica. Il nodo centrale, l'unico ad essere cerchiato è «aperto a tutti». Le altre parole chiave del ragionamento sono «per unire» e «nel nome dei valori». Insomma, Futuro e Libertà sembra più una Forza Italia modello '94, un movimento che tiene assieme culture diverse. La pensa così Maria Grazia Pagano, eurodeputata Pd molto vicina a Giorgio Napolitano, che l'altra sera era in prima fila all'hotel Ramada di Napoli: «Sono andata perché sono interessata alla politica. E anche perché mi auguro che emerga una destra veramente europea, in linea con quella della Merkel e di Sarkozy. Una destra che lavora per il confronto e non per lo scontro. Aiuterebbe anche noi, rafforzerebbe il nostro spirito riformista e metterebbe fuori gioco la rincorsa a Di Pietro». Aggiunge la Pagano: «Fli assomiglia alla Forza Italia '94. Ero senatrice quell'anno, ricordo che al movimento di Berlusconi avevano guardato molte anime riformiste e anche il livello dei parlamentari era molto alto. Poi è stata messa da parte l'ala che faceva riferimento a Giuliano Urbani, a vantaggio delle questioni più personali di Berlusconi come la giustizia. Eppure quel sentimento è ancora molto vasto nel Paese». E Fini lo può rappresentare? «È una speranza - insiste l'esponente liberal del Pd -. Mi sembra un po' esagerato che punti all'elettorato di sinistra, sebbene tra i giovani della nostra area ci sono tanti che guardano a Fini o a Grillo come le uniche novità della politica. In sala ad ascoltare il presidente della Camera c'erano tanti giovani, alcuni nostri». Quel che è certo è che Fini ha preso da un po' di tempo a questa parte, a Mirabello e poi anche negli ultimi giorni, a parlare agli «italiani». A tutti gli italiani. Così come Berlusconi si rivolse agli italiani nel discorso della sua discesa in campo nel gennaio di sedici anni fa. Che cosa propone Fini oggi? Nel suo schema Fli è aperto a tutti con il veto a due sole categorie: i parassiti e i delinquenti. Gianfranco si propone come colui che lavora per includere, per coinvolgere, per risolvere i conflitti. Mostrandosi come il punto di riferimento di coloro che «non vogliono la politica perennemente urlata». Elogia «il compromesso che non è una bestemmia, noi siamo per i ragionevoli compromessi». Come lui stesso scrive con due sottolineature: per unire. Lancia poi tre patti per unire il Paese, cucire ciò che è diviso, sanare delle fratture, ricondurre a una sintesi. Il patto Nord-Sud. Tre lustri fa Silvio si presentò con un argomento molto simile essendo alleato della Lega al Settentrione e di An al Meridione e proponendosi come garante. Ieri a Locri, vicino Reggio Calabria, Fini ha ribadito: «La legge è uguale per tutti e chi sbaglia deve pagare». Il secondo patto è quello generazionale, tanto che Fini - al microfono - si bea del fatto che ci sono state particolari attenzioni da parte dei giovani. Terzo patto, quello tra capitale e lavoro con un'economia che non si faccia guidare dalla finanza. Infine, nello schema del presidente della Camera c'è il capitolo valori. «Nel nome di valori», verga di suo pugno l'ex presidente di An. E quali sono i valori di riferimento di Fini? A penna ne elenca tre fondamentali: «Patria» (con il sottotitolo: «casa comune»), «etica pubblica» e «legalità». In prospettiva il presidente della Camera compie i passi come se volesse essere il continuatore di Giorgio Napolitano, il prossimo presidente della Repubblica. Come se avesse cominciato la campagna verso il Quirinale. Si vedrà, intanto c'è il contingente. E Fini si dice anche certo che le truppe parlamentari di Futuro e Libertà andranno ad ingrossarsi nelle prossime settimane. Non fa nomi, lo lascia capire. Non sarà una frana in arrivo dal Pdl ma si parla di uno o due parlamentari in arrivo e probabilmente non nello stesso momento.