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Minaccia dei centri sociali sulla piazza Fiom

In piazza gli orfani degli anni violenti

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Nostalgici dell'autunno caldo in piazza. La manifestazione indetta dalla Fiom per oggi a Roma rischia di innescare scintille di guerriglia. Un pericolo sottolineato senza mezzi termini dal ministro dell'Interno Roberto Maroni. Segnali inquietanti colti dai servizi segreti e dalle forze di polizia. Uno stillicidio di episodi con un crescendo di attacchi alle sedi Cisl e Uil, sindacati considerati traditori dalla base Cgil dopo il referendum di Pomigliano. Anche ieri a Prato c'è stato un lancio di uova contro la sede Cisl. Un gruppo di precari hanno fatto un blitz a Roma contro l'Inps attaccando alla recinzione striscioni e lanciando fumogeni. Non solo. A Napoli la manifestazione degli studenti ha avuto momenti critici nei pressi della questura con la polizia costretta a cariche di alleggerimento. Nella Capitale il corteo studentesco è stato caratterizzato da un proliferare di bandiere con la «falce e martello» e da slogan dal sapore antico. Simboli di un sessantottismo ormai «avariato» come quei volantini distribuiti a Padova dai centri sociali dove campeggiano i khmer rossi. Al Viminale ieri mattina incontro tra il ministro Maroni e il segretario nazionale della Cgil, Guglielmo Epifani. Colloquio riservato ma il sindacato ha chiesto assicurazioni e soprattutto chiarimenti dopo le dichiarazioni del ministro. Il leader della Fiom Landini ha ribadito che la manifestazione sarà pacifica e che «se il ministero ha informazioni diverse, che non riguardano i metalmeccanici ovviamente, è suo compito agire». Il ministro ha rivolto un invito al servizio d'ordine del sindacato: «Bisogna mantenere il controllo fino alla fine e anche dopo. Serve una presa di distanza dai violenti». Il pericolo infatti, come sottolineano dal Viminale, non viene dal sindacato ma dai numerosi centri sociali, sono oltre 180, che hanno aderito alla manifestazione. Vengono da Padova a Napoli, da Genova a Torino, movimenti e collettivi universitari mobilitati per l'appuntamento di oggi attraverso blog, siti internet e social network. Tra questi anche le strutture autogestite finite sui giornali dopo aver messo la firma ad alcune azioni di protesta nei confronti della Cisl. Il rischio incidenti è elevato. Gli «obiettivi» lungo il percorso dei due cortei che convergeranno a San Giovanni sono almeno una trentina. Una manifestazione che lo stesso questore di Roma, Francesco Tagliente, non nasconde possa essere «impegnativa» per le forze dell'ordine. Il dispositivo sarà però imponente. Oltre il corteo, forze dell'ordine blinderanno anche i possibili obiettivi degli scalmanati. Sedi sindacali, di movimenti di destra e della Fiat saranno presidiate. La zona più a rischio è quella tra piazza Vittorio e piazza Santa Croce in Gerusalemme dove la scacchiera di strade può facilitare l'azione di piccoli gruppi di aspiranti guerriglieri. Informative sono scambiate con le questure di provenienza dei diversi gruppi di partecipanti alla manifestazione. Le stazioni Termini e Ostiense vedranno una massiccia presenza di forze di polizia. L'ordine del Viminale è comunque quello di prevenire. Evitare quindi qualsiasi degenerazione. Gran lavoro per gli uffici investigativi della Digos a cui spetta il compito di monitorare i gruppi antagonisti più effervescenti e i segnali che possono arrivare anche da frange più violente di contestatori. Ad aumentare la pressione sull'apparato di sicurezza anche le polemiche dopo quanto è accaduto a Genova con la tifoseria serba. Polizia e carabinieri saranno presenti in forze con l'obiettivo di contrastare eventuali blitz violenti. Il primo controllo sarà comunque a cura degli uomini del servizio d'ordine del sindacato.

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