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Masi attacca e rifiuta l'arbitrato

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Michele Santoro a Annozero

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{{IMG_SX}}È ancora bufera sul caso Santoro. «Non accettiamo l'arbitrato. La Rai andrà dal giudice ordinario perché riteniamo di essere pienamente nel diritto e quindi apriremo un giudizio in sede di magistratura». Cadono come piombo le parole del direttore generale di Viale Mazzini Mauro Masi che di fare marcia indietro non ci pensa affatto. Intervistato da Gianluigi Paragone a «L'Ultima Parola», Masi spiega che «la sospensione di dieci giorni dopo il vaffan...bicchiere è una questione disciplinare che riguarda Michele Santoro. Annozero non è in discussione perché la questione Annozero riguardava il pluralismo e il contraddittorio che ogni programma deve avere». Secondo un sondaggio de L'ultima Parola il 60% degli italiani dice che sono giusti i 10 giorni di sospensione ad «Annozero» mentre solo il 33% la pensa diversamente. Poi il direttore generale rivela di una trattativa con Santoro: «si era pensato di definire un progetto che riguardava un utilizzo diverso. Santoro attraverso una società avrebbe fatto documentari. Era un accordo importante perché l'azienda recuperava libertà editoriale, pur continuando ad utilizzare un professionista indiscusso. Chi si è opposto - aggiunge il dg - deve capire che ha fatto un grave errore». Sul no all'arbitrato, si è fatto sentire subito il legale del conduttore: «La sanzione nei confronti di Michele Santoro resta sospesa» nonostante la rinuncia da parte della Rai all'arbitrato. Intanto Santoro ha messo un blog sul sito della trasmissione che, con un «Vaf» (Valutazioni a freddo), diretto a Dagospia e Roberto D'Agostino, spiega che il ricorso giudiziario ha lo stesso effetto di quello arbitrale: congelare l'esecuzione dei provvedimenti disciplinari fino alla sentenza. È intervenuto pure l'Usigrai. «La legge è molto chiara. Se il direttore Masi non accetta l'arbitrato richiesto regolarmente da Michele Santoro la sospensiva della sanzione opera di diritto». Ergo: «Annozero non può non andare in onda». Intanto il centrosinistra rilancia la difesa del conduttore. Il leader dell'Italia dei Valori Di Pietro sostiene che Masi «ha compiuto un sopruso che dovrà essere sanzionato». Poi lo diffida dal «chiudere o sospendere la trasmissione» e torna a chiedere le sue dimissioni. Cesare Damiano, capogruppo Pd in commissione Lavoro della Camera, rincara la dose e in modo provocatorio chiede che «la possibilità di scelta, tra arbitro e magistrato, sia riservata anche a tutti i lavoratori italiani ai quali invece il governo vuole impedire questa soluzione». A difesa di Masi parla a nome del Pdl il portavoce Daniele Capezzone definendo «inaccettabili e faziose le campagne in corso contro il direttore generale e il direttore del Tg1 Minzolini».

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