Cota e Bresso: sfida all'ultimo voto
Anzi,per essere corretti, democrazia in mano ai magistrati che dovranno stabilire nei prossimi giorni chi è il legittimo presidente del Piemonte. Le urne lo avevano già stabilito il 28 marzo scorso quando, con uno scarto di 9372 voti, avevano consegnato lo scettro di governatore al leghista Roberto Cota. Una sconfitta cocente per l'ex presidente Mercedes Bresso che, appena appreso l'esito del voto, annunciò di voler presentare ricorso contro due liste candidate a sostegno dell'avversario ("Al centro con Scanderebech" 12.154 voti e "Consumatori" 2.826 voti). Ricorso che con sentenza 554/10 del 15 luglio scorso il Tar ha accettato dichiarando «l'acclarata illegittimità dell'ammissione delle due liste controverse, con conseguente annullamento dei relativi provvedimenti di ammissione». E così, ordinato il riconteggio di tutti i voti (operazione non ancora conclusasi e per la quale il Tar l'altro ieri ha stabilito una proroga di 25 giorni), emerge che ben l'85% di quelle circa 15.000 schede attibuite a Cota potrebbero essere annullate. Risultato? Un ribaltone con la Bresso che si ritroverebbe da una parte ad avere più voti di Cota e dall'altra la non certezza di essere proclamata presidente visto che la decisione spetterebbe al Tar che invece potrebbe chiedere di richiamare i cittadini al voto. Un'ipotesi che potrebbe scatenare il controricorso del controricorso da parte della Bresso che, vinta la battaglia, si troverebbe nelle condizioni di doverne iniziarne un'altra nei confronti del suo partito che invece, secondo indiscrezioni, vedrebbe bene in quella corsa il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino. La speranza ora è riposta nel Consiglio di Stato, ha spiegato il legale di Cota, Luca Procacci: «Speriamo giudichi illegittimo il riconteggio». Risposta che dovrebbe arrivare martedì prossimo. Dal Carroccio intanto sale la protesta. Uno sfogo affidato alle pagine della Padania dove la Lega avverte che non starà a guardare senza conseguenze l'azione di «tribunali speciali contro il popolo. Un gruppo di magistrati vuole arrogarsi il diritto di scegliere chi governerà la Regione a dispetto di quanto deciso dal popolo. In gioco ora c'è il normale svolgersi della vita democratica». Ale. Ber.