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E Futuro e libertà si divide anche sul proprio simbolo

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.Futuro e libertà per l'Italia ha il suo simbolo. O forse sarebbe meglio dire i suoi simboli, visto che il movimento-partito nato per iniziativa di Gianfranco Fini ne ha depositati due. Lo scorso 23 settembre, presso l'ufficio italiano brevetti e marchi del ministero dello Sviluppo Economico. La verità è che anche sull'immagine che dovrà rappresentarli Fli viaggia in ordine sparso. Alcuni propendono per un disegno d'ispirazione più futurista, su cui ha lavorato il pubblicitario Massimo Arlechino, l'uomo che aveva già realizzato il simbolo di Alleanza Nazionale. Altri, invece, vorrebbero qualcosa di più tradizionale. Ecco quindi servite le due versioni. Il primo, recita la descrizione depositata con la domanda, «è una circonferenza di colore blu contenente una voluta grafica di campo azzurro di chiara ispirazione futurista con sovrapposta in negativo bianco la scritta Futuro e libertà per l'Italia». Il secondo, invece, è una «circonferenza di colore blu contenente nei tre quarti superiori la scritta "Futuro e libertà" in negativo bianco su campo blu, nel terzo sottostante la scritta "per l'Italia" in colore blu su campo bianco, a metà tra i due campi blu e bianco si sovrappone un elemento stilizzato del tricolore italiano». Il richiedente, si legge, è «Futuro e Libertà per l'Italia», e non vi è alcun riferimento a persone fisiche o rappresentanti. Ora, però, si apre un problema. L'8 settembre, infatti, due simboli con le semplici scritte «Fli» e «Futuro e libertà per l'Italia» erano stati presentati da due esponenti toscani della Democrazia cristiana di Giuseppe Pizza. La vicenda è tornata di scottante attualità nei giorni scorsi quando, davanti alle proteste dei finiani, il segretario della Dc aveva deciso di sospendere i due. In ogni caso gli uomini di Fini hanno già presentato la diffida dall'utilizzo del marchio che è stata recapitata a Montecitorio lo scorso 4 ottobre. A confermarlo al Velino è l'avvocato pisano Carlo Cavalletti, legale che assiste Sugliano e Marchetto. La diffida contiene anche la riserva ad agire nelle «opportune sedi legali» e una richiesta di risarcimento «qualora permanesse l'illegittimo utilizzo» del marchio. Per tutta risposta gli esponenti della Dc ricordano di essere stati i primi a depositare il simbolo e ad aver diffidato gli «avversari». Che succederà? Cavalletti fa sapere che «entro una quindicina di giorni, ai primi di novembre, presenteremo un ricordo in tribunale contro l'uso illegittimo del nome. Stiamo valutando se farlo in via d'urgenza». Insomma a meno di tre mesi dalla nascita del gruppo di Futuro e libertà, la compagine finiana potrebbe già trovarsi costretta a presentarsi in tribunale. Anche se c'è chi ricorda che, qualora il contenzioso dovesse sfociare in una battaglia legale, Fini potrebbe decidere di riservare lo stesso trattamento a Silvio Berlusconi (che per Fli è la mente dell'operazione dei democristiani). L'atto fondativo del Pdl, infatti, consente al cofondatore di opporsi all'utilizzo del simbolo. Certo, forse è meglio se prima il presidente della Camera risolve i problemi in casa sua. Futuro e libertà è ormai diventata una polveriera in cui falchi e colombe si fronteggiano senza esclusione di colpi. Anche sul simbolo sono stati costretti a rinviare la decisione. E c'è chi dice che qualcuno abbia fatto richiesta di realizzare un nuovo marchio, inserendo un'ala tricolore.

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