Confindustria bloccata la corsa al complotto
Non ci credono più nemmeno loro. E forse non ci hanno mai creduto quelli della Confindustria. Già, la tesi del complotto ai danni della presidente degli industriali non ha mai esercitato grande appeal, a parte che nei pubblici ministeri di Napoli e nella presidente Emma Marcegaglia. Così la sensazione che attorno al finto dossier de Il Giornale ci fosse molto fumo e poco arrosto è diventata un certezza con le parole di Giampaolo Galli, direttore generale dell'organizzazione di Viale dell'Astronomia. Confindustria non «ha mai pensato che dietro ci fosse un disegno del Presidente del Consiglio, questa è una cosa che non sta né in cielo né in terra» ha detto il dg commentando l'inchiesta della Procura di Napoli su un presunto dossieraggio del Giornale contro la leader degli industriali Emma Marcegaglia. Che non viene certo scaricata ufficialmente dall'associazione. Ma la dichiarazione segna una presa di distanza dalla teoria del complotto agitata dalla presidente Marcegaglia. Galli ha anche ribadito che Confindustria ritiene che nelle telefonate del vicedirettore del Giornale Nicola Porro intercettate non ci sia «nulla di penalmente rilevante», anche se potevano comunque destare «preoccupazioni» in Confindustria. «Da anni Porro scrive di Confindustria e mai abbiamo pensato ad un ricatto», ha aggiunto. Semplice e lapalissiano per tutti tranne per la magistratura. Che non ha esitato a inviare i carabinieri a perquisire la sede del quotidiano diretto da Alessandro Sallusti e le abitazioni dello stesso e del vicedirettore Nicola Porro. La dichiarazione di Galli passata inosservata apre però uno scenario che evidenzia un certo scollamento attorno alla Marcegaglia. Un fossato reso evidente anche nelle prime ore seguite alla diffusione della notizia. Secondo quanto risulta a Il Tempo il comunicato di solidarietà alla Marcegaglia sarebbe arrivato in ritardo la prima sera per la contrapposizione tra i membri della giunta confindustriale sulla posizione ufficiale da tenere. Solo alla fine e in tarda serata, rispetto ai primi lanci di agenzia, e su sollecitazione di una parte dei membri si sarebbe raggiunta una posizione comune. Il caso sembra chiuso. Il complotto è smontato anzi inesistente. Ora per Marcegaglia si apre una stagione di lavoro e ieri difendendo la posizione del ministro Tremonti, accusato dal presidente Ferrari di non guardare allo sviluppo, ha spiegato che invece Tremonti sta elaborando una sua strategia in materia. Il menù accennato da Marcegaglia è vario: «Stiamo proprio lavorando col ministro Tremonti per un piano per la competitività basato su ricerca e innovazione, maggiore produttività, infrastrutture e una grande attenzione al Sud».