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Niente fondi per i ricercatori Slitta la riforma dell'Università

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Ildisegno di legge, approvato al Senato lo scorso 29 luglio tra le proteste di molti ricercatori, docenti e studenti, doveva approdare oggi alla Camera. Invece, dopo un'intera giornata di apprensione a palazzo Montecitorio a causa della mancata copertura finanziaria del ddl, la conferenza dei Capigruppo ha deciso di spostare a venerdì la trattazione del testo per permettere così alla commissione Bilancio di esaminarne il contenuto. Un testo sul quale manca anche il parere della Ragioneria generale dello Stato, che ha di fatto stroncato le modifiche apportate dalla Camera alla riforma. Il "nodo" è quello delle coperture del provvedimento, in particolare la norma sul piano di sei anni di concorsi per nove mila ricercatori universitari. Il provvedimento, sul quale erano in programma votazioni in aula già in settimana, potrebbe essere sospeso dopo l'avvio della sessione di bilancio al momento in cui la Legge di stabilità inizierà l'iter a Montecitorio. Critiche sullo slittamento arrivano da Fli e Pd. Così se il finiano Fabio Granata avverte la Gelmini che «se Tremonti, non garantirà le risorse necessarie alla riforma universitaria chiederemo il ritiro del testo», il Pd rincara: «Le bugie hanno le gambe corte - commenta Marco Meloni, responsabile Università per il Pd. La Gelmini non è in grado di assumere alcun impegno». Argomento sul quale è intervenuto anche Umberto Bossi: «O diamo i soldi all'università o li diamo alle bombe. È una bella scelta». «Alla ricerca», suggerisce allora Paola Goisis deputata leghista, componente della commissione Cultura. E Bossi annuisce. A.B.

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