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Ma Gianfranco continua a "rompere"

Il presidente della Camera Gianfranco Fini

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Gianfranco Fini continua con la sua «campagna elettorale» fatta di affondi nei confronti del governo. E dopo aver puntato il dito sui tagli alla scuola, torna a parlare di giustizia. Lo fa parlando alla stampa straniera (l'incontro è raccontato da Repubblica) cui spiega che se «Berlusconi vorrà andare avanti ad imposizioni», se «io parlo di legalità e loro mi ignorano», la sopravvivenza dell'esecutivo non è scontata. Insomma la sintesti del pensiero finiano è inequivocabile: «sulla giustizia il governo può cadere» davvero. «Berlusconi - ha detto il leader di Futuro e libertà - dice di voler governare fino al 2013, ma se intende farlo a base di imposizioni non ci riuscirà. Sono aperto ad approvare una legge realmente "ad personam" che sospenda, come succede in altri Paesi, i processi al premier e ad altre cariche dello Stato fino a fine mandato, sempre che non sia retroattiva e che non pregiudichi altri cittadini». In ogni caso per Fini non sarà il federalismo a far cadere l'esecutivo «perché alla fine aiuterà a rinforzare la coesione nazionale», anche per merito dei voti determinanti di Fli «che discuterà con il premier uno per uno tutti i decreti» attuativi che arriveranno in Parlamento. Ma il tema della giustizia non è il solo su cui il presidente della Camera fa sentire la propria voce. C'è anche, e la cosa non è certo una novità, la legge elettorale. Dopo la sollecitazione dei giorni scorsi di Udc e Pd, Fini ha scritto una lettera a Renato Schifani rappresentandogli l'opportunità che i due rami del Parlamento trovino «un'intesa di metodo» sul lavoro da fare. Il numero uno di Montecitorio ricorda che a inizio legislatura, quando è stato modificato il sistema di voto per le europee, era stato raggiunto un accordo che prevedeva che la legge elettorale per l'Ue venisse trattata da Montecitorio mentre la riforma costituzionale veniva trattata da Palazzo Madama. In più, ragiona Fini, la commissione Affari Costituzionali del Senato ha già all'ordine del giorno diversi provvedimenti come il lodo Alfano costituzionale e la Carta delle Autonomie. «Tutto ciò posto - sottolinea - appare opportuno che la priorità nella trattazione della materia elettorale, non limitata alla sola legge per l'elezione del Parlamento europeo, ma comprensiva anche delle iniziative riferite alla legge elettorale nazionale, possa essere riservata alla Camera». Il presidente del Senato ha inoltrato la lettera al presidente della commissione Affari Costituzionali Carlo Vizzini e si riserva di rispondere «nei tempi dovuti» alla presidenza della Camera.

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