Finiani su marte
Alla fine è arrivato anche il giorno in cui i finiani si tirano le orecchie da soli. E sono costretti a scomunicare i loro stessi esponenti. O meglio quello che ormai è diventato il loro organo ufficiale di comunicazione, l'ex quotidiano di An Il Secolo d'Italia. Giornale diretto da Flavia Perina, deputata molto vicina a Fini e ovviamente traslocata dal Pdl a Futuro e Libertà. Un «territorio» rimasto fino a oggi fuori dalla disputa tra «falchi» e «colombe» all'interno di Fli. Ma che probabilmente adesso ha oltrepassato il segno. Gli ultimi due numeri, quelli di sabato e di domenica – come in una sorta di maionese impazzita all'interno del nuovo partito del presidente della Camera – sembrano fare a gara con le prime pagine dell'Unità: nel primo c'è la difesa degli studenti che venerdì sono scesi in piazza per contestare la riforma della scuola della Gelmini; nel secondo – per annunciare il ritorno in edicola del giornale satirico Il Male – si rispolvera uno slogan degli anarchici pur di attaccare Berlusconi: «Come nel 77 una risata li seppellirà?». Basta? No perché ieri Gianfranco Fini, in un'intervista al mensile del sindacato autonomo degli insegnanti, il Gilda, contesta la politica del governo dei tagli all'istruzione e difende le richieste dei precari. Idee che il presidente della Camera aveva già esposto sabato sul Secolo. Ed è proprio contro il quotidiano che ieri è arrivato il richiamo, duro, di AreaNazionale, l'associazione dei due parlamentari di Futuro e Libertà, Silvano Moffa e Roberto Menia. Un articolo sul sito, dal titolo «Secolo, compagni che sbagliano?» attacca così: «Che il presidente Fini sia diventato di sinistra non lo crediamo affatto, ma che Il Secolo si diverta a cavalcare tutte le proteste contro il governo è ormai un dato di fatto. Ascoltiamo i manifestanti del "No Gelmini Day" tuonavano da via della Scrofa qualche giorno fa, consapevoli dell'inutilità e della stupidità di un consiglio simile». E ancora: «Se continuiamo con questi inutili tentativi retrò di fare ostruzionismo a qualsiasi provvedimento del governo non andremo da nessuna parte, non ci sarà mai una vera riforma del sistema scolastico». Parole pesanti come macigni e taglienti come rasoi. Che si spiegano anche con il nuovo scenario che si è aperto tra i finiani e Berlusconi. Il premier, nelle ultime settimane, sta cercando di tenere sempre toni concilianti e il calendario dei lavori di Camera e Senato non offre spunti di attrito. In programma a Montecitorio c'è l'approvazione proprio della riforma dell'università del ministro Mariastella Gelmini, all'interno della quale sono stati approvati alcuni emendamenti di Fli e dunque verrà votato da tutto il centrodestra. E non crea problemi neppure la discussione sul bilancio, iniziata nelle commissioni. Stessa situazione a palazzo Madama: in settimana si incontreranno Giulia Bongiorno e Niccolò Ghedini per sistemare gli ultimi dettagli sul lodo Alfano che poi verrà approvato. Il barometro, dunque, segna bel tempo. Ma la trega non si addice ai finiani.