Anche il Corriere si sveglia sul «caso Marcegaglia»
Nonparte dalla prima pagina, e nel titolo l'autore non punta il dito contro nessuno in particolare, prendendosela, più generalmente, con «gli italiani che non si indignano». La notizia però c'è. L'editorialista del quotidiano affronta il «caso Marcegaglia» per quello che è, una vicenda che riporta l'Italia al 1922. Infatti solo nel nostro Paese, scrive Ostellino, si chiamano dossier quelle che normalmente si chiamano «inchieste giornalistiche». Ma l'editorialista va oltre parlando direttamente della presidente degli industriali: «In un Paese normale avrebbe aspettato che uscisse l'inchiesta, o dossier, comunque la/lo si definisca, e poi - se le cose riferite le fossero parse lesive della sua Persona - avrebbe querelato il giornale e atteso fiduciosamente la sentenza di un Tribunale. Da noi, invece, la presidente di Confindustria non ha telefonato al direttore - cosa già in sé anomala in un Paese normale - ma all'editore, al presidente di Mediaset Fedele Confalonieri per sapere come stavano le cose». Che dire! Dopo essersi accorto qualche giorno fa che Gianfranco Fini è diventato un capopartito e deve dimettersi da presidente della Camera, ora il Corriere si accorge anche delle «strane abitudini» della Marcegaglia.