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Come previsto è una storia fantozziana

La presidente della Confindustria Emma Marcegaglia

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C'è chi cazzeggia al telefono e finisce sotto inchiesta e c'è chi dice di aver «elucubrato» su scenari da spy story e passa per vittima. La giustizia dei due pesi e due misure sta offrendo un imperdibile show. Nicola Porro, vicedirettore de Il Giornale è nel mirino dei magistrati per aver fatto il duro, il gigione, lo spaccone, il tenerone e l'amicone al telefono con Rinaldo Arpisella, braccio destro della presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. I magistrati vesuviani sono in piena eruzione investigativa e Porro finirà ai ceppi per averle sparate grosse, mentre Arpisella, affermando che dietro Fini e la D'Addario (cioè dietro due casi che dovevano costare la testa al premier e decretare la fine del governo di centrodestra) c'è la stessa mano, passerà per un simpatico signore che può dirne di tutti i colori e, al limite, potrà cascare nel ridicolo ma non nella rete infallibile dei magistrati partenopei. Ora, cari amici, provate a immedesimarvi nelle vostre telefonate quotidiane. Provate a ripassare le cose dette con persone con le quali avete una frequentazione abituale, date un'occhiata al contesto in cui le dite e, con tutta franchezza, chiedetevi: quante ne abbiamo sparate un po' tutti di roboanti e sonore corbellerie agli amici per ridere, scherzare, oppure quante volte abbiamo girato intorno a un problema facendo finta di saperla lunga per trarne un vantaggio dialettico o - nel caso di un giornalista - per avere una notizia in più rispetto alla concorrenza? Il caso Marcegaglia ha due sole vie d'uscita: o è una cosa seria o è fantozzianamente una boiata pazzesca. Il direttore de "Il Tempo" propende per la seconda ipotesi, quella degna al massimo di Ridolini, ma facendo il cronista valuta anche le conseguenze della prima. Se Porro non scherzava, vanno prese con molta serietà anche le cose dette da Arpisella sul caso D'Addario, su Fini e le sovrastrutture che «ci pisciano in testa». Insomma, dopo aver messo sotto inchiesta un giornalista, forse si può fare uno sforzo investigativo per capire chi sono i potentissimi «pisciatori» a cui aulicamente si riferisce Arpisella. Se invece Porro scherzava - come può capire chi passa la vita nei giornali e non in procura - allora Arpisella può tranquillamente dire di aver «elucubrato», un modo carino per dire che ha sparato una serie di enormi cazzate innocenti al telefono e tutto finisce come deve finire, nel nulla. Detto questo, ci sono un altro paio di cosette interessanti che val la pena di affrontare, giusto per continuare a fare giornalismo con l'unica arma che abbiamo a disposizione, l'intelligenza. Quando il braccio destro della signora Marcegaglia dice che Gianni Riotta è stato nominato alla direzione de "Il Sole 24Ore" con l'accordo di Berlusconi, Letta e di altri soggetti, elucubra o dice il vero? Nel primo caso, deve scusarsi con Riotta, nel secondo c'è qualcosa che non torna. Quando dice a Porro la «settimana prossima ci vediamo» elucubra o sta cercando di incontrare amabilmente il figuro con il quale intrattiene cordialissimi rapporti da anni ma che secondo i magistrati costituisce una terribile minaccia per lui e la sua presidentessa? Da quando in qua si fissa un appuntamento a colui che ti minaccia? Quando Arpisella risponde «siamo uomini di mondo» a un incredulo Porro che cerca di spiegargli che il Presidente di Confindustria - nonché editore de "Il Sole 24Ore" - se ha da lamentarsi con un giornalista non chiama il padrone ma il direttore, sta elucubrando o ribadisce l'uso della casa nei confronti dei direttori di giornali? Quando si lamenta del fatto che tutti dicono «che siamo sdraiati sul governo» elucubra o indica un problema di linea politica della Confindustria? Mi pongo queste domande perché mi pare di vedere più che la Confindustria, una sorta di Confindubbia. E sto cercando di capire perché mai la Marcegaglia abbia giocato così male una partita che era da chiudere con "savoir faire" e senso della misura. È vero che l'inchiesta giudiziaria non è frutto della mente confindustriale, ma in viale dell'Astronomia sono volati su Marte e hanno dato peso alla tesi cospiratoria, lanciato in corsa il trenino scassato del complottone e ora ecco davanti a tutti un patatrac d'immagine (e sostanza) enorme, al punto che Confindustria si trova invischiata nella lotta politica e ogni sua parola viene usata come randello dell'antiberlusconismo militante. Dopo questo episodio grottesco, la presidente Marcegaglia sarà costretta a mettere le note a piè di pagina in ogni suo discorso pubblico per non incorrere in interpretazioni fuorvianti del suo pensiero. Questa storia purtroppo non finisce qui. Il massimo del paradosso lo raggiungeremo tra qualche giorno, quando Feltri, Sallusti e Porro verranno chiamati dai magistrati di Napoli a discolparsi per aver fatto una sola cosa: i giornalisti.

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