Marcegaglia insiste: non mi fermeranno
«Non mi fermeranno». Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia non ci sta e alla vigilia della pubblicazione di un dossier da parte del Giornale, su «problemi giudiziari inerenti al gruppo e alla famiglia», come annunciato dal direttore Sallusti, punta i piedi. «Non sono presunti atteggiamenti di vario tipo, che non so se ci sono e la magistratura accerterà, di nessun tipo, che mi possono far cambiare atteggiamento. Continuerò come prima a guidare Confindustria». Così ha tuonato in collegamento video all'assemblea della Confindustria del Trentino. Marcegaglia con grinta battagliera ha ribadito l'intenzione di «andare avanti». «Continuerò a esprimere le istanze, i timori, in un momento in cui servono dignità e coraggio, dicendo con chiarezza ciò che chiediamo a sindacati, politica e istituzioni». Questa questione si è trasformata nell'ennesima occasione di divisione tra il Pdl e Futuro e Libertà. Mentre il Pdl si è schierato a difesa del quotidiano, il presidente della Camera ha telefonato alla leader degli industriali per esprimerle solidarietà mentre Enzo Raisi non ha esitato a parlare di «ennesimo killeraggio» facendo riferimento a quanto fatto dal quotidiano contro «Fini e l'ex direttore di Avvenire Dino Boffo». Un concetto ribadito dal viceministro Adolfo Urso: «È assolutamente necessario porre fine al metodo Boffo, e ripristinare la piena fiducia nella convivenza civile e il rispetto per tutti e per tutte le opinioni». La replica ai finiani è venuta dal ministro Ignazio La Russa che ha messo in guardia dalle conseguenze che potrebbero determinarsi da questa vicenda; ovvero una sorta di «censura preventiva». E dopo aver espresso solidarietà al direttore de Il Giornale, La Russa ha detto in modo provocatorio che se «sulla base di questi fragili elementi avessero fatto delle perquisizioni nella redazione di Repubblica probabilmente avremmo avuto uno sciopero in tutti i giornali e avrebbero fatto anche bene». Intanto Feltri ha chiarito la finalità del dossier, «predisposto per dimostrare che la signora Marcegaglia non deve temere Il Giornale ma, semmai, altri». «Se avessimo voluto fare un'inchiesta dettagliata - osserva il direttore editoriale del quotidiano milanese - non avremmo avvertito a titolo preventivo il suo capo ufficio stampa, ma avremmo pubblicato e basta».