Arriva la rivoluzione fiscale Dal 2013 spariranno 6 tasse
Sarà stato forse il clima di concordia ritrovato tra Roma e Milano dopo il pranzo tra il sindaco di Roma Gianni Alemanno e il leader del Carroccio Umberto Bossi fatto sta che il federalismo fiscale, l'architrave del nuovo assetto dello Stato subisce un'accelerazione inaspettata. Oggi al consiglio dei ministri arriva, infatti, la bozza che dovrà fissare il nuovo sistema di finanziamento delle regioni. Che sarà basato soprattutto sull'addizionale Irpef, deputata a sostituire i trasferimenti erogati dallo Stato alle regioni per l'esercizio delle proprie competenze. Le Regioni potranno decidere a partire dal 2013 un aumento dell'addizionale Irpef, che non potrà però superare alcuni tetti: l'incremento massimo potrà essere dello 0,5% nel 2013, dell'1,1% nel 2014 e del 2,1% nel 2015. La norma prevede però una «salvaguardia» per le fasce di reddito medio-basse. È infatti previsto che l'aumento, se superiore allo 0,5%, non si applicherà sui primi due scaglioni di reddito Irpef. In pratica non saranno toccati i contribuenti con meno di 28.000 euro di reddito che scontano le prime due aliquote (del 23 e del 27%). L'aumento dell'addizionale Irpef sopra la soglia dello 0,5%, inoltre, non consentirà alla regione di ridurre l'Irap. La tassa più contestata dal mondo produttivo potrà così essere definitivamente cancellata dalla regione ma l'eventuale suo azzeramento è esclusivamente a carico del bilancio della Regione e non comporta alcuna forma di compensazione da parte dei fondi» perequativi. L'altra fonte di alimentazione della casse delle regioni sarà l'Iva che sarà attribuita in «compartecipazione» sulla base di un principio di territorialità che tiene conto del luogo nel quale è stato effettuato il consumo o l'acquisto dei beni o la prestazione dei servizi. L'attribuzione «territoriale» in base ai consumi scatterà dal 2013 mentre dal 2014 l'aliquota di compartecipazione potrà essere modificata con l'avvio di un percorso graduale che servirà a crearè il fondo di perequazione tra regioni, cioè la solidarietà tra le regioni povere e quelle più ricche. Il fondo servirà a al finanziamento integrale della sanità, dell'istruzione scolastica, dell'assistenza sociale e del trasporto pubblico locale. In tema di balzelli il testo prevede dal 2014 l'eliminazione di sei micro tasse. Ma, con legge regionale, dal 2013, le Regioni avranno comunque la possibilità di istituire nuovi tributi regionali e locali, su beni che però non sono già tassati dallo Stato. I balzelli che scompariranno sono: la tassa per l'abilitazione all'esercizio professionale; l'imposta regionale sulle concessioni statali dei beni del demanio marittimo; l'imposta regionale sulle concessioni statali per l'occupazione e l'uso dei beni del patrimonio indisponibile; la tassa per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche regionali; le tasse sulle concessioni regionali; l'addizionale regionale sui canoni statali per le utenze di acqua pubblica. Attenzione anche alle fasce più deboli. I sussidi e i voucher erogati a fini sociali dalle regioni potranno essere trasformati in detrazioni dall'addizionale Irpef. Nella bozza del testo dovrebbero entrare anche i costi standard nella Sanità. Sarà il ministro della Salute di concerto con il ministro dell'Economia d'intesa con la conferenza Stato-Regioni, a determinare anno per anno, i costi e i fabbisogni standard regionali. I parametri per definirli farebbero riferimento alle informazioni contenute nel nuovo sistema informativo sanitario del dicastero guidato da Ferruccio Fazio.