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Intesa sulla riforma dell'università

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Lariforma dell'università sembra essere uscita dal rischio «stallo», o addirittura «affossamento», che correva fino a pochi giorni fa. Due vertici delle forze di maggioranza (ieri al Senato e alla Camera presente anche il ministro Gelmini) hanno stabilito di accelerare l'iter del ddl che riordina il sistema universitario italiano, prevedendo che non venga penalizzato dalla imminente sessione di bilancio. Gli esponenti di Pdl, Lega, Mpa e Futuro e Libertà hanno anche trovato un accordo su alcuni emendamenti che riguardano i ricercatori, uno dei nodi cruciali del provvedimento anche alla luce delle proteste in atto ormai da parecchie settimane in diversi atenei, ma il segnale importante è soprattutto politico. «La volontà di accelerare l'iter - ha commentato il ministro Mariastella Gelmini - è importante per il Paese perché riguarda un settore centrale come quello dell'università. La riforma darebbe una risposta ai ricercatori e sarebbe, in questa difficile fase, un segnale di ricompattamento della maggioranza, un segnale positivo di coesione, che indica che la legislatura va avanti, che non c'è nessuna interruzione e non c'è nessuna volontà di andare alle elezioni». La prossima capigruppo della Camera, che presumibilmente si riunirà lunedì, dovrà decidere la nuova calendarizzazione (attualmente il ddl è in aula il 14 ottobre). La relatrice Paola Frassinetti (Pdl) auspica che il provvedimento possa arrivare in aula prima del 14 e che lo si possa approvare prima dell'avvio della sessione bilancio. Da parte dell'opposizione è arrivata la promessa di un «atteggiamento costruttivo». «Condizioniamo all'accoglimento delle nostre proposte - ha detto il presidente Pd, Dario Franceschini - la disponibilità ad affrontare la riforma anche durante la sessione di bilancio che comincia il 15 ottobre». Intanto, però, è stato messo qualche punto fermo sui contenuti. In commissione è stato approvato l'emendamento per assumere 9.000 professori associati nei prossimi sei anni e per «valorizzare nel triennio 2011-2013 il merito accademico dei professori e dei ricercatori in quadrati nella prima progressione economica», prevedendo così il primo scatto di carriera per i più meritevoli.

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